Prima di tutto, possiamo dire che il filmato è autentico: Koko, la gorilla, esiste realmente, conosce e sa usare il linguaggio dei segni per comunicare con l’uomo ed ha partecipato di “persona” per quel video. Tuttavia, il messaggio che ha lasciato non è tutta farina del suo sacco.
Il video nasce dalla collaborazione tra la Noé conservation e la Koko the gorilla foundation, in occasione della Conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici (COP 21). Il sito Retenews24, oltre ad omettere ciò, omette anche altri dettagli per far credere che il gorilla in questione abbia formulato un messaggio così di propria iniziativa. Benché sia in grado di usare 1000 segni e di comprendere fino a 2000 parole in inglese, Koko non ha improvvisato: come riportato nella pagina inerente al famoso video, la Koko the gorilla foundation parla di sceneggiatura dell’intervento del gorilla di fronte alla telecamera.
In sostanza, a Koko è stata data una sceneggiatura da seguire, a cui però ha potuto fare delle improvvisazioni e imparare 2 nuovi segni per dire “Natura” e “Proteggere”.
Nella strategia di clickbaiting, il sito Retenews24 ha riportato il titolo che segue.
Andando poi a leggere l’articolo, il titolo viene cambiato.
Provando poi a copia-incollare l’indirizzo che appare nella barra di ricerca su facebook, ricompare il titolo di prima.
Benché, come detto, il video sia comunque il risultato di un artificioso lavoro dietro le quinte, rimane di fatto un potente messaggio che ha lasciato il segno: piuttosto che far parlare la celebrità di turno per sensibilizzare l’utenza di un dato argomento (in questo caso la biodiversità), è stata messa sotto i riflettori Koko la gorilla come ambasciatrice della natura. Alla fine del video, un link reindirizza ad una petizione per inserire nell’accordo di Parigi la questione della tutela della biodiversità. Al momento non siamo in grado di dirvi se l’obiettivo è stato raggiunto, ma non possiamo che fare i complimenti con chi ha avuto questa idea di far “parlare” Koko piuttosto che una celebrità nota. Qua sotto potrete visionare il video caricato direttamente sul canale del Noé conservation.
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