Franca ci segnala un post su Facebook pubblicato il 9 gennaio 2015 dalla pagina ANZA.
Non è citata alcuna fonte della notizia, le foto sono state prese online (riconoscibili anche in questo video Youtube). Tuttavia già in passato si era parlato di un fatto simile, raccontato da l’Espresso il 1 luglio 2013, stesso vale per Panorama il 4 luglio 2013.
I farmaci citati da entrambi gli articoli è il Pertuzumab (prodotto da Roche) e l’Afibercept (della Sanofi Aventis). Ecco cosa riporta l’Espresso:
È accaduto infatti che il pertuzumab (Roche) e l’afibercept (Sanofi-Aventis) siano stati autorizzati dall’Aifa (Agenzia italiana per il farmaco) il 27 maggio scorso e quindi ammessi in farmacia, ma a totale carico del malato.
[…]
Non era mai successo per gli anticancro, salvavita. Perché se è vero che molti farmaci innovativi sono oggi disponibili in farmacia a pagamento (è la cosiddetta Fascia C), è anche vero che si è sempre trattato di prodotti non salvavita, per i quali, il più delle volte, esiste un’alternativa, ancorché meno potente o meno avanzata.
Dal sito Fanpage, con un articolo del 5 luglio 2013 dal titolo “Rischio per i costosi farmaci anticancro: chi li paga?“, leggiamo:
I due medicinali sono stati approvati dall’Ema, ma non sono stati ancora contrattati dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco che, una approvato il medicinale dall’autorità europea, deve negoziare con la casa produttrice il prezzo del prodotto a carico del sistema sanitario. Tra l’approvazione dell’Ema e la negoziazione del prezzo passano in media tre o quattro mesi in Europa. In Italia – ovviamente – di più. In questo lasso di tempo in passato il medicinale semplicemente non veniva commercializzato, il che costituiva un danno evidente per il paziente che intorno a quel medicinale costruiva la propria speranza di vita. E’ stato per questo motivo che nel 2012 il Decreto Balduzzi dispose un iter diverso per i farmaci anticancro: dopo l’approvazione dell’Ema, mentre l’Aifa contrattava il prezzo, devono essere resi subito disponibili, rimborsabili eventualmente dall’ospedale.
A marzo 2014, in seguito alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 1 aprile 2014, il farmaco Afibercept è rimborsato dal Sistema sanitario nazionale, passando dalla fascia C alla fascia H. (leggi aggiornamento in fondo all’articolo)
A novembre 2014 il farmaco Afibercept (tumore del colon-retto metastatico) è rimborsato dal Sistema sanitario nazionale, passando dalla fascia C alla fascia H.
Nell’estate del 2014, in seguito alla Determina del 12 giugno 2014 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 23 giugno 2014, il Pertuzumab è rimborsato dal Sistema sanitario nazionale. Ecco quanto riportato da Repubblica:
Dalla contestata fascia C(nn) – cioè quella dei farmaci non rimborsati in attesa che l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ne negozi il prezzo con l’azienda produttrice – è infatti passato in fascia H, cioè quella dei medicinali rimborsati e impiegati soltanto in ambito ospedaliero.
L’immagine pubblicata su Facebook il 9 gennaio 2015 arriva in forte ritardo, senza citare nello specifico la questione e rendere noto che dal 2014 i suddetti farmaci sono già rimborsati dal Sistema sanitario nazionale. Quindi, quanto riportato dall’immagine, attualmente, è da ritenere falso.
Un utente ci fa notare che a marzo 2014 era stato fatto passare un farmaco a base di Afibercept dalla fascia C alla fascia H, ma si trattava del farmaco Eylea, che è indicato non per il cancro. Cercando riferimenti a riguardo abbiamo verificato che il farmaco Afibercept per il cancro (tumore del colon-retto metastatico) è stato fatto passare dalla fascia C alla fascia H nel mese di novembre 2014.
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