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Certificazione per organizzazioni su Twitter: costa più di quanto possiate permettervi

Certificazione per organizzazioni su Twitter: costa più di quanto possiate permettervi. Questa l’ultima idea di Elon Musk da poco pubblicizzata anche sui profili delle “spunte blu” da noi in Italia.

Certificazione per organizzazioni su Twitter: costa più di quanto possiate permettervi

In un mondo dove persino i VIP rifiutano di pagare gli otto euro per una “spunta blu” che ha perso ogni prestigio e valore, chi sarebbe pronto a pagare quasi milleduecento euro per essere considerato un’Organizzazione Verificata e poter rilasciare spunte blu ai propri associati?

Secondo Elon Musk, grandi imprese, organizzazioni non profit e governi.

Certificazione per organizzazioni su Twitter: costa più di quanto possiate permettervi

La risposta quindi a dubbi come quelli di organizzazioni anche di un certo peso (vedi i rilievi in questo senso del Vaticano) è quindi semplice: tutti i problemi nel modo di Musk possono essere risolti tirandogli addosso mazzette di denaro finché questi non vanno via da soli.

Al modico prezzo di 1200 euro circa, più 61 Euro per ogni account “affiliato” ad esempio un giornale potrebbe comprarsi una “spunta extralusso”, per poi pagare a tutti i suoi giornalisti 61 euro di account affiliato.

Il vantaggio ipotetico è che l’organizzazione non dovrebbe più passare da Elon Musk: ottenuta la “superspunta” potrebbe semplicemente assegnare spunte blu a lavoratori, collaboratori, e account affiliati pagando l’oblo a Twitter.

Di fatto il controllo finale spetta a Twitter, che nel caso dovesse riscontrare “anomalie” toglierebbe la certificazione e le spunte collegate allo stesso tempo.

Quindi, in un mondo in cui persino le spunte blu hanno ormai perso quel “mistico valore” che avevano, perché un giornale, ad esempio, dovrebbe pagare 61 euro per ogni giornalista e 1200 per se stesso anziché pagare, al massimo, gli otto euro per tutti?

Certo, ci sarebbero l’accesso privilegiato al servizio clienti e la “protezione contro il furto di identità”: ma in un social in cui ormai anche al troll medio è consentito comprarsi la credibilità con otto euro al mese, cui prodest?

Anche in questo caso, la mossa sembra più economica che fattuale.

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