BUFALA Ravenna: marocchino entra in casa di anziana per rubare, ma trova il nipote che lo MASSACRA – bufale.net

Ci perviene segnalazione di una notizia (apparentemente) targata Italiani Informati.

Il concetto di informazione sotteso ad un simile testo è decisamente opinabile, e come vedremo Italiani Informati in questo caso si è limitato ad agire da semplice Camera dell’Eco, uno di quei sitarelli e blog parte di una galassia di interfacce basate sul compulsivo copiaincolla di contenuti facilmente viralizzabili:

Si chiama Ahmed Kalif, un marocchino di 25 anni che nella mattinata di oggi si è introdotto in una abitazione privata di una anziana signora, nella periferia di Ravenna, per rubare. Pensava che nessuno lo avrebbe mai colto sul fatto, dato che di solito l’anziana signora si reca in chiesa ogni Domenica mattina.
Effettivamente in casa non doveva esserci nessuno e il ladro si è introdotto, dopo aver visto uscire la signora, senza tanto badare a cosa accadesse fuori, convinto di avere almeno due ore a disposizione.

Sfortunatamente per lui, pochi istanti dopo l’effrazione a rientrare in casa è stato il nipote 32enne dell’anziana, che senza troppo pensare, una volta trovato il marocchino in casa, lo ha letteralmente assalito e brutalizzato. “Appena entrato ho subito capito che qualcosa non andava, c’erano troppi oggetti fuori posto. Poi appena ho sentito dei rumori provenire dalla camera da letto, ho capito immediatamente e mi sono subito fiondato. Il Ladro ha provato a reagire, ma devo averlo colto di sorpresa, e gliele ho suonate di santa ragione. Non mi pento, in fondo mica l’ho ucciso, ma ormai c’è da dire che questa zona non è più sicura come un tempo, e pensiamo di vendere addirittura al casa. Questa Italia non sa difendere i suoi cittadini!”

Il nipote della signora, che si trovava in casa solo perché era venutoa rpendere un vecchio mobile da restaurare, ha così sventato letteralmente la rapina, e poi ha chiamato la polizia e anche l’ambulanza. Al marocchino è stata data una prognosi di 15 giorni, ed è stato denunciato. Il ragazzo rischia una denuncia per lesioni.

Trattasi infatti di una bufala originariamente pubblicata dal portale Lanozione e basata sul trito canovaccio della bufala del Giustiziere, una tipologia testuale facile da eseguire e di grande impatto presso il pubblico xenofobo medio, incline a sfogare sulla tastiera le frustrazioni che non è in grado (fortunatamente) di portare nella vita.

Il canovaccio, descritto in maggior dettaglio nel nostro articolo, è il seguente:

Tizio è un cittadino italiano, soggetto debole per eccellenza (un anziano, un disoccupato in condizione di indigenza, una donna sola) oppure è un soggetto che assiste ad un’ingiustizia in danno di un debole nel silenzio delle autorità. il carnefice è sempre un soggetto “odiato” dal popolo della rete (uno straniero, un nomade, un personaggio politico…). Tizio, pervaso da furore patriottico e volontà revanchista, brutalizza con forte violenza il “nemico”, infliggendogli gravi lesioni corporali che in molte varianti sfociano se non nella morte in permanente mutilazione. le autorità, inizialmente assenti, intervengono per punire Tizio il “vendicatore”, infliggendogli una severa pena per le sue azioni. il viralizzatore prega il popolo della rete di diffondere la storia per risarcire tizio della “grave ingiustizia”

Potremmo spendere fiumi di parole sull’enorme danno alla moralità dimostrato da chi accetta l’appello e quindi figura nella sua mente una turpe storia di violenza e brutalità ritenendo convinto che la soluzione più accettabile sia perpetuare il ciclo lodando il concetto dell’uomo brutale che sottomette e trionfa con violenza e lesione fisica, ma ci limiteremo a rimarcare come questa storia non sia mai esistita.

Il canovaccio del Giustiziere è stato infatti arricchito, e male, da una serie di elementi nazionalpopolari atti a contrapporre un’immagine “dell’Italia che non c’è più” (la vecchia nonnina che va in chiesa tutte le domeniche, il nipote artigiano e premuroso…) sconvolta dall’arrivo del “pericolo straniero” (il “marocchino” Khalif che sconvolge la vita del piccolo borgo) che le istituzioni negano.

Persino la foto del presunto rapinatore è riciclata da una diversa bufala de La Nozione nella quale il presunto Khalif muta le sue generalità nello spacciatore “Azif” brutalmente percosso con un crocefisso da Suor Maria Claretta, il personaggio di Whoopi Goldberg in Sister Act.

E nonostante, questo, ci rincresce rilevare come questa narrazione abbia avuto un seguito del tutto ingiustificabile.

Non ci resta che continuare a chiederci come si possa parlare di “Informazione Alternativa” con risultati, evidenti e sotto gli occhi di tutti, come questi.

 

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