Torna a galla la vecchia bufala della “Barilla non più italiana ed il grano tossico“. A diffonderla è la pagina Facebook Mafia-Capitale attraverso un nuovo sito chiamato Ilcorriere.cloud.
Ecco il logo del sito che sfrutta spudoratamente quello del IlCorriere.it:
Ecco il vero IlCorriere.it:
L’articolo pubblicato l’undici marzo 2016 ed intitolato “Facciamo in modo che questa notizia giri visto che qualcosa di vero c’e’ ( LEGGETELA )” non è altro che un copia incolla della bufala già circolata nel 2014:
Meglio essere informati e fare scelte consapevoli.
BARILLA non è più italiana ma americana e usa grano con tassi di micotossine altissimo (ammuffito), derivante da lunghi stoccaggi al prezzo più basso possibile. L’UE nel 2006 ha alzato con un colpo di mano i livelli accettati di micotossine presenti nel grano duro, di modo che tanti paesi potranno produrre grano duro in dei clima non adatti badando solo alla quantità, distruggendo i contadini del sud Italia il cui grano non contiene micotossine e portando al fallimento le industrie sementiere mediterranee. Per esportare pasta in USA (Canada) il grano deve avere un tasso di micotossine circa la metà rispetto a quello che la UE accetta per le importazioni di grano duro dagli stessi paesi, così succede che i prezzi internazionali del grano duro crollano. I commercianti italiani e i monopolisti internazionali acquistano al prezzo più basso possibile da contadini che hanno bisogno di soldi per pagare i debiti, per poi speculare quando tutto il grano è nei loro magazzini (ammuffito) gli stessi commercianti esportano il grano migliore italiano all’estero lucrandoci sul prezzo e importano grano ammuffito e radioattivo dall’estero per avvelenare il pane e la pasta venduti in Italia. Boicottare la Barilla è cosa saggia perché dobbiamo comprare solo pasta di grano duro coltivato in Italia e Biologico, senza micotossine, né pesticidi né OGM.
Barilla è presente anche con i seguenti marchi: Motta, Essere, Gran Pavesi, le Tre Marie, le Spighe, Mulino Bianco, Pavesini, Voiello, Panem.Dott.ssa Giuliana Icardi Universita’ del Piemonte Orientale – Biblioteca DiGSPES “N. Bobbio”Via Cavour, 84 15121 Alessandria Italia
La bufala era stata smentita dalla stessa Barilla già nel 2014.
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