Ci segnalano i nostri contatti la diffusione di una screenshot (di un post WhatsApp, peraltro…) di un testo che parla di “mascherine spruzzate col sonnifero”. Non solo una bufala, non solo una bufala su concetto riciclato, ma una bufala di traduzione.
Il messaggio che avrete sicuramente ricevuto è il seguente:
Il testo, in una sintassi precaria che denuncia l’uso di sistemi di traduzione automatica, si trascrive con quanto di seguito
“Attenzione!! Ora sta circolando qualcosa di nuovo. La gente va di porta in porta per distribuire maschere. Dicono che sia una nuova iniziativa del governo locale. Ti chiedono di indossarlo per vedere se si adatta. È stato spruzzato con sostanze chimiche che ti faranno dormire. Allora verrai derubato !! NON accettare maschere da estranei. Avverti i tuoi amici, è un momento critico e le persone sono disperate, il crimine aumenterà. Stiamo attenti!”
Notare che non abbiamo corretto il testo. È essenziale che la sintassi precaria sia conservata per dimostrare la stretta parentela con la bufala censita da Snopes, oltreoceano.
Come ci ricorda infatti Snopes, la bufala è scritta in un modo volutamente vago perché possa applicarsi ad ogni posto nel mondo, costringendo chi volesse invertire l’onere della prova a contattare le polizie di tutto il pianeta.
Ma anche no, non si rende necessario essendo praticamente la stessa bufala della “Burudanga alla stazione di servizio”, degli “Inviati dell’ASL di Pomezia” e che si ripete ogni qualvolta si parla di luoghi dove incaricati di servizio potrebbero, o non potrebbero esserci.
Difatti, il trucco dello “straccio imbevuto di sonnifero premuto in faccia” funziona solo nei film come conveniente mezzuccio di trama per dare modo ai cattivi di sequestrare la protagonista femminile senza dover mostrare violenze e atrocità in video. Nella vita reale, un ipotetica mascherina imbevuta di sonnifero in quantità tali da non risultare un sospetto straccio zuppo di qualcosa dall’odore pungente richiederebbe cinque minuti ed oltre di pressione su naso e bocca, nei quali la vittima avrebbe modo di scalciare, ribellarsi e colpire l’aggressore.
E inoltre, il fatto che la stessa storia compaia in più periodi storici senza alcuna fonte rende tutto molto sospetto. Snopes registra alcuni video dove dei soggetti rimettono in scena l’evento: il rischio è che, effettivamente, col diffondersi di queste bufale, qualcuno sia tentato dall’idea di dedicarsi a truffe e rapine, sostituendo però all’inesistente sonnifero la violenza o altre forme coercitive.
O, come abbiamo visto in passato, rivolgere violenze ad operatori sanitari reali confusi per misteriosi ladri e truffatori.
Un motivo in più per non diffondere Catene di S. Antonio mettendo strane idee in testa alla gente.
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