Approfondimento

Assalto ai supermercati in Sardegna dopo audio WhatsApp, parla l’autore: “Sono io, chiedo scusa”

Un audio WhatsApp ha scatenato un vero e proprio assalto ai supermercati in Sardegna. La voce invitava chiunque a fare scorte in vista di uno sciopero degli autotrasportatori per protestare contro il prezzo del gasolio. Con le sue parole, l’autotrasportatore sconosciuto ha scatenato la psicosi collettiva. Noi stessi abbiamo testimonianze dirette di persone che all’esterno dei supermercati hanno trovato lunghissime file, riscontrando l’impossibilità di utilizzare i carrelli ed estremi disagi con i parcheggi. Un clima, questo, che ci ha ricordato le prime settimane della pandemia del Covid-19.

Foto: L’Eco di Barbagia

I retroscena e gli audio WhatsApp

Sullo sfondo c’è certamente la guerra in Ucraina, ma nello specifico un meeting avvenuto realmente tra gruppi di autotrasportatori (scrive Today) il 9 marzo a Tramatza (OR) con un totale di 300 camionisti partecipanti arrivati da tutta l’isola per dire no al rincaro del gasolio. Con i prezzi attuali le imprese potrebbero fermarsi, per questo gli autotrasportatori intendono interrompere i trasporti per protesta.

Da quel meeting, tuttavia, sono venuti fuori due audio WhatsApp che come diretta conseguenza hanno avuto l’assalto ai supermercati in Sardegna.

Signori buongiorno, sappiate che da lunedì i camionisti incroceranno le braccia per quindici giorni, quindi organizzatevi perché presto non arriverà più merce da nessuna parte. Fatevi subito la spesa, non è uno scherzo, ma una cosa serissima.

Poi:

Ragazzi, andate a fare rifornimento, comprate soprattutto acqua e pasta perché da lunedì non ne troverete più.

I responsabili delle grandi distribuzioni, interpellati da La Nuova Sardegna, avevano dichiarato: “Al momento non ci sono assolutamente problemi di approvvigionamenti”. Tali rassicurazioni non hanno però avuto l’effetto virale degli audio allarmistici, certamente più fruibili agli utenti.

L’autore dell’audio: “Chiedo scusa”

L’assalto ai supermercati in Sardegna, tuttavia, è stata l’ennesima manifestazione di una psicosi di massa generata sia dall’autore degli audio su WhatsApp che dagli utenti che hanno fatto circolare quella nota vocale senza verificare l’attendibilità di ciò che ascoltavano.

La redazione di Casteddu Online ha intercettato l’autore degli audio e in questo articolo ha reso pubblica la videocall. Si tratta di un autotrasportatore di Terralba (OR). L’uomo spiega che inizialmente l’audio era destinato ad una chat frequentata da un gruppo di amici e qualcuno di loro ha inoltrato all’esterno quella nota vocale diventata virale. Ora l’autore degli audio chiede scusa:

Non volevo creare allarmismi, mi è stata riferita questa cosa e volevo avvisarli di prendere scorta da bere e mangiare. Mai avrei pensato che una di queste 5 persone inviasse il messaggio ad altri, è partito tutto da lì. Ne pagherò le conseguenze, ma non volevo creare allarmismi.

Chiedo scusa a tutti. Siamo molto preoccupati, parlo da dipendente, noto che per riempire il camion arrivo a spendere anche 400 o 500 euro in più alla settimana per il gasolio, Chi ha trenta camion ha una spesa insostenibile.

Si sa, se si fermano i camion, non si riforniscono i supermercati. Chiedo ancora scusa per ciò che è successo dopo che ho inviato il vocal, mai avrei immaginato che avrebbe fatto il giro del mondo. Non manderò più vocal.

L’assalto ai supermercati in Sardegna risulta dunque inutile: è reale la possibilità di uno sciopero degli autotrasportatori, ma le grandi distribuzioni assicurano che non vi sarà alcuna mancanza nei rifornimenti. Addirittura Arnaldo Boeddu della FILT CGIL, oltre a prendere le distanze da quegli audio, ha dichiarato all’Ansa nelle ultime ore:

Si tratta di un messaggio di un lavoratore disperato che sta annunciando qualcosa di illegale. Vietare i beni di prima necessità è un reato, non è possibile privare la popolazione di beni primari.

Le proteste previste per lunedì 14 marzo non fermeranno i rifornimenti, né è un dato certo che la serrata si protrarrà per 15 giorni. Ciò che non arriva da fonti ufficiali è bene ignorarlo.

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