Complici le recenti bufale sull’argomento, siamo subissati dalle più bizzarre illazioni su Immuni, la nuova app di Contact Tracing Italiana. Un po’ di chiarezza diventa utile.
Falso. In realtà Immuni per funzionare ha bisogno di dispositivi, al momento Android e iPhone, il più aggiornati possibile.
Il che sostanzialmente non comporta dover inseguire l’ultimo e più recente modello sul mercato: un cellulare disponibile sul mercato a partire dal 2015 dovrebbe supportare i requisiti tecnici necessari.
Requisiti che comportano l’accesso alla struttura in joint venture tra Apple e Google per fare da architrave per tutte le app di tracing approvate nel mondo.
Quindi, se avete un cellulare abbastanza recente noterete una predisposizione per Immuni.
Immuni ha accesso al solo Bluetooth: permesso che sui dispositivi Android va in tandem col permesso GPS, il che non vuol dire che Immuni usi il GPS.
Immuni è la stessa App sia su Android che su iPhone: non supporta l’accesso al GPS, quindi alla posizione, non supporta l’accesso alla rubrica, funziona sostanzialmente scambiando dei token, un dato anonimo tra cellulari che entrano nella reciproca sfera di influenza GPS registrando gli “pseudonimi crittati” (per dirlo alla buona…) dei dispositivi con cui si è venuti in contatto per più di quindici minuti entro la distanza di rischio contagio.
Come riportato nelle FAQ di Immuni, che dovreste comunque leggere, non significa che siete automaticamente contagiati, ma che nel vostro passato recente potreste essere entrati in contatto con un contagiato.
Quindi significa che dovete andare a casa, mettervi in isolamento e contattare il Sistema Sanitario Nazionale per farvi fare un tampone, e, ove questo risulti positivo, ottenere un codice di sblocco che segnerà il vostro “dato anonimo” come “Dato di un contagiato” facendo partire i warn.
Il Ministero della Salute, che ha accesso a quei dati sotto forma di codici anonimi e sempre variati, per finalità legate alla ricerca ed alla gestione della pandemia e fino al momento in cui essa sarà in stato emergenziale.
Finita la crisi pandemica, i dati saranno distrutti.
Ci sono i codici sorgente liberamente disponibili online, che possono essere verificati da chiunque abbia le cognizioni tecniche per farlo.
Ni. Non proprio. Siamo prossimi alla fase sperimentale su alcune regioni, ma l’app è già scaricabile per provvedere alla creazione di quei codici anonimi che servono a rintracciare le catene di contagio.
Non hai ancora trovato la risposta alle tue domande? Non c’è problema: rinnoviamo l’invito a visitare la pagina delle FAQ di Immuni, uno strumento prezioso soprattutto per voi. Fatelo a questo indirizzo.
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