Ci segnalano i nostri contatti un nuovo “pfizergate” basato sul nulla. Il solito “data leak” che dimostrerebbe che la profilassi causa aborti o danneggia i feti e che ha un’efficacia ridottissima.
Entrambe informazioni del tutto decontestualizzate. Ma andiamo con ordine.
Ma leggendo le screenshot divulgate scopriamo invece qualcosa che già sapevamo.
Ricordate cosa dicemmo a Febbraio?
Per le donne incinte, il raffronto con quanto detto da AIFA ci ricorda che
l’uso del vaccino durante la gravidanza e l’allattamento dovrebbe essere deciso in stretta consultazione con un operatore sanitario dopo aver considerato i benefici e i rischi
Sostanzialmente gli enti regolatori ci ricordano che i vaccini li somministrano medici, persone in grado di rispondere ai casi più personalizzati.
Il “data leak” che con terminologia volutamente richiamante il linguaggio hacker e “wikileaks” per rendere autorevole, dice semplicemente che, al momento in cui il paper è stato prodotto non erano stati esaminati casi di donne incinta, e quindi, per principio di precauzione, conveniva partire dagli altri. Tutto qui.
E questo perché, per tutta una serie di ragioni storiche, le donne incinta difficilmente se non mai fanno parte dei trial.
Nei mesi successivi della pandemia si è invece scoperto che
Il CDC (Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie USA) ha raccolto dati mediante la propria app e altri sistemi di monitoraggio. Tali dati hanno dimostrato che non ci sono profili di mancata sicurezza per le donne incinta e i loro bambini nati durante la vaccinazione in gravidanza. Altri dati relativi agli aborti tra persone che hanno ricevuto il vaccino a mRNA prima delle venti settimane di gravidanza non hanno individuato alcun rischio di gravidanza. Il rischio di gravidanza per individui che hanno ricevuto il vaccino erano intorno al 13%, simili a quelli nella popolazione generale non vaccinata.
Quindi non ci sono stati trial su non significa “è dannoso per”, specie se i dati successivi ti smentiscono
Studi peraltro non ancora sottoposti a Peer Review.
Ancora una volta, tanto rumore per nulla.
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