ANALISI IN CORSO Vasto, brucia la riserva di Punta Aderci: «Cane usato come innesco»

Ci segnalano un articolo pubblicato oggi, 18 luglio 2017, su Il Centro (archive.is):

VASTO . Assediata dai piromani, la riserva di Punta Aderci continua a bruciare. A dodici ore dal rogo acceso domenica a Mottagrossa, ieri alle 11 il fuoco ha creato altri danni. L’intervento immediato dei vigili del fuoco ha evitato grossi danni alla vegetazione ed evitato alle fiamme di estendersi. La presenza, però, dei resti carbonizzati di un cagnolino, vicino al punto dal quale è partito l’incendio, apre scenari inquietanti.
Il sospetto è che la bestiola possa essere stata usata come innesco. Proprio come è successo qualche giorno fa sul Vesuvio. «Un cane alla vista del fuoco fugge. Quel povero animale si è trovato il fuoco addosso», spiega un agricoltore che ha visto la scena. Il conto pagato ieri dalla fauna della riserva è salato. Diversi i nidi di fagiano distrutti, così pure di quaglie e altri volatili. Fortunatamente le squadre dei vigili del fuoco, aiutate anche dalla Protezione civile, in una poderosa azione di spegnimento sono riuscite a mettere in sicurezza le aree colpite nel giro di un’ora, evitando problemi a turisti ed escursionisti. Resta l’inquietudine. Uno tra i promontori più incantevoli della costa adriatica è nuovamente in pericolo. Era già successo nel 2013 e poi nel 2015. Due incendi a distanza di poche ore (e il tentativo di incendio del box, fallito) hanno tutta l’aria di una vera e propria dichiarazione di guerra.

Da più parti viene chiesto al sindaco Francesco Menna di presentare formale querela alla Procura della Repubblica, affinché si indaghi in maniera approfondita su quello che accade a Punta Aderci con l’obbiettivo di stanare gli scellerati. Anche se la risposta dei vigili del fuoco è sempre stata immediata, l’habitat del promontorio in direzione di Mottagrossa ha vistose ferite. La scorsa settimana le fiamme si sono sviluppate in altre due aree, nel tratto compreso tra l’area industriale e la ferrovia: due roghi contemporanei a decine di metri di distanza l’uno dall’altro. La domanda che tutti si fanno è: perché? E quale sia lo scopo del disegno criminale. Intanto i carabinieri forestali indagano anche sul rogo che domenica a contrada Lebba ha divorato ettari di vegetazione, minacciato le case e distrutto un box di legno. Pochi gli indizi in mano, ma qualcosa di interessante pare sia stato trovato. Le bocche degli investigatori sono cucite. Di sicuro in queste ore si è aperta una vera e propria caccia agli incendiari.

L’articolo riporta le parole di un agricoltore che avrebbe assistito alla scena, ma che non parla dell’animale come innesco, bensì racconta di averlo visto invaso dal fuoco. L’articolo parla infatti di sospetto, ma fa riferimento ai gatti usati come innesco per l’incendio del Vesuvio, notizia che si era poi rivelata una bufala. Su Chieti Today leggiamo che il cucciolo è rimasto arso vivo nella località Zimarino, e che il suo utilizzo come innesco resta un sospetto. Si parla di una tremenda strage di piccoli animali.

Chieti Today riporta che la foto dell’animale senza vita è proprietà della Protezione Civile di Vasto. Sulla pagina Facebook ufficiale, infatti, scopriamo che la foto è comparsa per la prima volta in un post di ieri, 17 luglio, pubblicato alle 13:44:

Ancora, sempre nella giornata di ieri Vasto Web pubblicava un articolo dal titolo: “A Mottagrossa spento un nuovo rogo, un cane è morto tra le fiamme“. Le fiamme erano divampate intorno alle 11 tra Mottagrossa e Zimarino e l’incendio non era di grandi dimensioni, ma un cucciolo di cane non è riuscito a sfuggire al fuoco. Non viene fatto alcun riferimento all’utilizzo dell’animale come innesco.

La furia dei roghi, ed è straziante, colpisce anche la fauna locale facendo strage di nidi, animali e vegetazione. La pratica di usare gli animali come innesco è, purtroppo, una pratica assai diffusa sin dai tempi più antichi, dunque non ne si nega l’esistenza. In questo caso non esiste conferma sulla fatale sorte dell’animale ritratto senza vita. Esistono sinistri sospetti, che resteranno tali fino all’arrivo di riscontri ufficiali. Per questo parliamo di analisi in corso, perché seppur la Protezione Civile non manifesti alcun sospetto, attenderemo di conoscere ulteriori sviluppi per riportarli in un prossimo articolo.

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