Ci segnalano un messaggio virale partito in occasione dell’incendio divampato nella mattina del 25 Marzo a Rossano Veneto. Come riporta l’Eco Vicentino, il capannone della ditta Fiorese dedicato allo smaltimento di oli, carburanti e rifiuti speciali, è andato in fiamme alle prime luci dell’alba. 20 automezzi antincendio e 50 operatori dei comandi di Vicenza, Padova e Treviso si sono portati sul posto, con un intervento immediato per scongiurare l’estensione delle fiamme su alcune cisterne contenenti gasolio.
A intervenire è stata anche l’Arpav di Bassano del Grappa per monitorare l’impatto sull’aria. Poche ore dopo l’esplosione dell’incendio e già con gli interventi inoltrati, un tam-tam su WhatsApp ha sollevato l’allarme su una nube tossica. Per smentire l’allarmismo è stata pubblicata una nota sulla pagina Facebook del Comune di Valdagno:
Sul Giornale di Vicenza troviamo i primi riscontri dell’Analisi Arpav:
Analisi Arpav. E anche nell’area dell’incendio al momento la situazione pare essere sotto controllo. A dare conto dei primi risultati dei campionamenti ambientali effettuati dai tecnici dell’Agenzia regionale per l’ambiente è l’assessore regionale all’ambiente e alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin: «I primi esiti dei monitoraggi Arpav sui campioni di acqua e terra prelevati nell’area del deposito di carburanti di Rossano Veneto, nel quale è divampato l’incendio, non destano particolari preoccupazioni. Allo stesso modo sembrano rientrare nei valori-norma anche le misurazioni sull’inquinamento dell’atmosfera».
Questa mattina, 27 Marzo, il Corriere di Vicenza ha pubblicato un aggiornamento: “Rogo alla Fiorese. 2 milioni di danni. Scatta il sequestro“. All’interno leggiamo che la Procura sta indagando per fare luce sulla vicenda e accertare eventuali responsabilità. «Sul fronte ambientale, invece, fortunatamente i livelli di inquinamento escludono pericoli o rischi, tanto che oggi i 700 alunni del paese torneranno a scuola». I primi bilanci portano alla stima di un danno di 2 milioni di euro. La catastrofe ambientale, si ribadisce, è stata scongiurata.
La catena virale su WhatsApp e altre piattaforme social che parlava di una nube tossica sprigionata come conseguenza dell’incendio era dunque puro allarmismo, smentito dagli organi istituzionali e dall’Arpav.
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