Un post comparso nelle ore in cui si parlava della manifestazione antirazzista di Milano fa riferimento a un grave episodio di violenza sessuale avvenuto a Como:
4 bambine violentate a Como da immigrati e a Milano in 200.000 al corteo anti razzista! Che popolo di merda che siamo!
Nel pomeriggio del 14 luglio 2018 cinque ragazzi tra i 17 e i 19 anni invitarono quattro ragazze conosciute a scuola a trascorrere insieme il pomeriggio in una casa della Brianza Comasca. I ragazzi, tre di origine albanese e due di origine marocchina, si trovavano in stato di alterazione da alcol e stupefacenti e chiusero le quattro ragazze minorenni in una stanza con la minaccia di gettarle dalla finestra se avessero invocato aiuto. Le tre minorenni, tutte italiane e tutte della zona, vennero tenute in prigionia per tre ore dopodiché una di esse, di soli 16 anni, venne abusata sessualmente e presa a morsi.
Qualche giorno dopo il brutale episodio una segnalazione arrivata ai Carabinieri della stazione di Rebbio fece partire le indagini poi concluse con l’arresto portato a termine in questi giorni. La custodia cautelare è stata disposta dalla procura di Como e dalla procura dei Minori di Milano, che ai cinque arrestati contestano il concorso in violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni e detenzione di sostanze stupefacenti ai due minorenni del branco.
Dal racconto della ragazza vittima della violenza sessuale riportato dal Corriere di Como emerge che i ragazzi erano divertiti mentre perpetravano le violenze, e che alle sue suppliche di essere lasciata andare non riceveva risposta.
Secondo Il Giorno uno dei ragazzi di origine marocchina, un diciassettenne assistito dall’avvocato Ivana Anomali, ha fornito una versione differente dal reato di lesioni che gli viene contestato dal gip del Tribunale dei Minorenni Marina Zelante. Il ragazzo, infatti, ha affermato di non essere responsabile delle lesioni contestategli dalla ragazza – che dopo le tre ore di torture dovette farsi refertare una serie di morsi – e sempre Il Giorno riporta che il giovane si trovava già in una comunità per un percorso di recupero comportamentale.
I carabinieri affermano che i cinque aguzzini agirono con “modalità da branco”.
Come ripetiamo in tante altre nostre analisi, non c’è bisogno di aggravare un fatto già oltremodo grave per attirare a sé i big like e il big hate, soprattutto perché big like e big hate, in un post nel quale non si vendono prodotti, non portano big money. Come riportato da quotidiani e riferito sia dai carabinieri che dalla vittima, il fatto ha avuto luogo il 14 luglio 2018 – diversi mesi prima della manifestazione antirazzista di Milano – ed è ritornato alle cronache a seguito dell’arresto avvenuto il 28 febbraio al termine delle indagini.
L’accostamento tra la manifestazione antirazzista di Milano e il grave episodio di Cantù ai danni di una ragazza è, chiaramente, un abuso mentale nei confronti di chi si ritrova a leggere certi post pubblicati da mendicanti del web, che non hanno a cuore l’Italia, tanto meno le vittime delle violenze.
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