La notizia è la stessa che accade da sempre, e dico da sempre. Sei un divulgatore, prima o poi succede che uno dei tuoi post non dovrà essere di divulgazione, ma di autodifesa.
Ieri è toccato a Matteo Miluzio, costretto a denunciare la presenza di 2500 commenti sui social (parliamo di 2500 commenti, contando uno a persona ci sono abbastanza persone o account da riempire un piccolo comune) di insulti e minacce.
Periodicamente capita a divulgatori come il celebre BarbascuraX, che si trovano a postare improbabili accuse di essere “al soldo di BigPharma” o persone pronte a giurare che “solo per aver letto un libro” i divulgatori si sentono a loro superiori e gli impongono il volere dei Poteri Forti.
Volere coincidente con l’approfondire senza insultare, ma tant’é. E non sono i soli.
Nel nostro piccolo, e non lo diciamo per impietosirvi, se avessimo un centesimo per ogni disinformato che al grido “kittipaka??!?” ci promette minacce di violenze fisiche, mentali e morali, incita eserciti di potenze straniere ad invadere la nostra redazione e deportarci in Russia nella riedizione Netflix di un gulag venuta peggio al mondo e altre oscenità, non dovremmo aspettare che “qualcuno ci paki” perché saremmo morti seppelliti dagli spicci.
Non ha senso, insomma che chi si erge sovente a paladino della libertà di opinione contro “le opinioni del Mainstream” spesso agisca in modo violento e crudele con i divulgatori colpevoli di parlare invece con pacatezza e logica cercando di farli tacere urlando più forte.
2500 commenti non sono pochi. Ma anche aprire la casella di posta delle segnalazioni sapendo che ogni giorno avremo almeno una minaccia di incolumità fisica, azioni temerarie o (e credeteci, ci è capitato), qualcuno che “educamente” ci chiedesse se avevamo donne tra i collaboratori per poterle violentare non essendo intenzionato al revenge porn omosessuale non è una cosa gradevole.
Leggiamo dunque questi sfoghi e ci chiediamo: cosa ci resterà se chi dovrebbe informarci ed aiutarci viene sovente trattato così?
Confrontarsi va bene, siamo i primi a dirlo. Ma 2500 commenti di odio, non sono il contrario del confronto?
Resterebbe anche il problema della moderazione: abbiamo giusto parlato una settimana fa di come X, ex Twitter, sia diventato fanalino di coda della libertà di espressione proprio per la sua assenza ormai acclarata di moderazione.
Chi posta su X non si sente libero di farlo perché è a rischio di essere investito da ondate di odio, trolling e fake news che nessuno può fermare. Facebook viene promosso per la sua particolare attenzione: noi stessi però sappiamo che anche gli utenti possono fare la loro parte, e sulla nostra pagina tendiamo a moderare insulti ed agguati.
Potremmo chiedere lo stesso ad ogni gestore di ogni pagina? Non lo sappiamo, ma sarebbe assai utile.
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