Editoriale

135 dollari alle vedove dei soldati russi in Ucraina: il prezzo di una vita

135 dollari. Tenete presenti queste parole, è importante farlo.

A volte potrà capitarvi di chiedere quale prezzo abbia una vita. Per alcuni ogni vita è unica e irripetibile, un miracolo a prescindere che ha valore illimitato. Per altri una vita ha valore solo in prospettiva. Ci sono vite che valgono meno e vite che valgono di più. La vita del nemico vale sempre meno: egli è un “nazista da denazificare”, la cui patria deve essere annientata e privata di sovranità. Un nemico che per almeno una generazione varrà meno di niente, letteralmente un oggetto. Donne da stuprare, uomini da lasciare morti al ciglio di una strada.

A volte, il valore di una vita ha un prezzo orrendamente specifico: 135 dollari, a volte un paio di anfibi in omaggio buttati nel pacchetto con nonchalance.

La stessa nonchalance con la quale se compri un materasso nelle televendite del pomeriggio su Mediaset puoi avere in omaggio una pentola a pressione da pagarsi in comode rate, una bicicletta Shimano a 18 rapporti ed una coperta in pura Lana Merinos.

La denuncia arriva da Kevin Rotrock, giornalista.

I volti impassibili delle vedove, una Z, il “simbolo della guerra e dell’Orgoglio Russo” spesso apparso sui mezzi militari russi e come marchio di infamia e terrore sulle case dei “nemici”, pochi rubli stretti in pugno e spesso i figli.

Messaggi trionfali annunciano che “grazie all’aiuto” degli amici che hanno contribuito le “vedove degli eroi” hanno potuto ricevere abiti per i figli e l'”assistenza materiale” di diecimila rubli.

Somma che al cambio attuale fa 135 dollari.

Per rimettere le cose in prospettiva, 135 dollari sono il valore di un paio di sneakers, ma anche il valore medio di due euro per chilo contando il peso medio di un essere umano intorno ai 70 Kg.

Letteralmente il terzo del valore al chilo di un petto di pollo di buona qualità.

Una combinazione degli orrori della guerra e della svalutazione del rublo ci porta oggi a questo risultato: vedove di guerra che posano davanti alla consapevolezza che la vita del loro marito e del padre dei loro figli vale 135 dollari. Circa due euro al chilo. Praticamente nulla per lo stesso governo che li ha mandati a morire sui campi di battaglia.

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