Truffa raccolta fondi per Paolo Palumbo, malato di Sla a Sanremo: indagato anche il padre

di Luca Mastinu |

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Truffa raccolta fondi per Paolo Palumbo, malato di Sla a Sanremo: indagato anche il padre Bufale.net

Il 15 febbraio 2020 OcchioNotizie ha pubblicato una notizia sulla raccolta fondi per Paolo Palumbo, lo chef sardo affetto da SLA ospite al Festival di Sanremo per sensibilizzare sull’argomento e per presentare il suo brano Io Sono Paolo

JP Valery / Unsplash

Occhio Notizie riprende l’articolo di Open e cita La Nuova SardegnaIn poche parole, per le cure necessarie a Paolo Palumbo si era rivelato necessario ricorrere al metodo Brainstorm in Israele, e il trattamento richiedeva 500.000 euro. Per questo era stata aperta una raccolta fondi su Gofundme che aveva già raccolto una cifra pari a circa 142.000 euro. Secondo un’inchiesta della Procura della Repubblica di Oristano, però, la raccolta fondi sarebbe una truffa messa in piedi da persone molto vicine a Paolo Palumbo. Secondo l’inchiesta, infatti, non sarebbe stato avviato alcun rapporto con le strutture di Israele.

Nel 2019 ne aveva parlato l’Ansa raccogliendo le dichiarazioni del padre Marco: “Di questa truffa noi siamo soltanto le vittime, e inoltre: “Individuare i responsabili non sarà semplice, forse gente che seguiva le vicende di Paolo da tempo, forse vere e proprie organizzazioni criminali che puntavano ai fondi raccolti (con una gara di solidarietà per circa 160mila euro, ndr) per accedere alla terapia sperimentale Brainstorm”.

L’inchiesta, dunque, era già aperta e addirittura il neurologo di Israele aveva etichettato come “falsa” la notizia dell’inserimento di Paolo Palumbo nel protocollo Brainstorm. Come scrive La Nuova Sardegna Rosario, fratello di Paolo, presentò querela ma i nuovi sviluppi hanno portato a scoprire che i truffatori potrebbero individuarsi in persone molto vicine allo chef sardoLa Nuova scrive anche che fu lo stesso Marco, padre di Paolo, ad affermare che il figlio fosse stato ammesso al protocollo in uno scambio di email, ma tutto veniva fatto con il sistema Tor che permette di oscurare la cella dalla quale è stata inviata una mail. Un passo falso, però, ha permesso di individuare la cella che si troverebbe nell’oristanese e dunque i truffatori non sarebbero persone lontane da Paolo.

La Nuova, infine, scrive che ci sono circa 4 indagati di cui mancano i nomi, dunque non è ancora confermata la responsabilità del padre nonostante certi titoli che stanno comparendo sul web. Le indagini sulla truffa delle raccolta fondi per Paolo Palumbo sono ancora in corso.

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