TRUFFA Procura della Repubblica: il suo patrimonio è in arresto, clicchi qui – bufale.net

di Shadow Ranger |

bufala sindaco di lonigo
TRUFFA Procura della Repubblica: il suo patrimonio è in arresto, clicchi qui – bufale.net Bufale.net

truffa

Recentemente l’avvocato  Federico Baglini ha  indicato ai suoi followers la presenza di un allarme, che ci sentiamo di rilanciare ed asseverare insieme ai suoi dotti e periti consigli:

ATTENZIONE! Pericolo “phishing”!
Ci sono dei malfattori che provano a rubare i dati personali inviando delle email di phishing che hanno come finto mittente una non meglio precisata Procura della Repubblica.
Con questa email cercano di far cliccare all’ignaro destinatario, preso dall’ansia di un possibile <arresto del patrimonio immobiliare e del conto bancario> (i conti e gli immobili si sequestrano, non si arrestano), un link che porta a qualche destinazione malevola.Come tutelarsi? Come capire che si tratta di un tentativo di truffa?
– innanzitutto la Procura non manda delle semplici email per notificare degli atti giudiziari penali;
– l’indirizzo di posta elettronica del mittente non c’entra niente con la Procura (XXX@bunkerskatepark.com.au: il dominio dell’indirizzo email fa riferimento a un parco per skateboard di Braeside, in Australia!);
– non è precisata quale sia la Procura mittente;
– bisogna esaminare sempre un link ricevuto per email prima di cliccarlo: fermandosi sopra con il puntatore del mouse, apparirà il link a cui si riferisce;
– in ogni caso, non aprire link di cui non si ha sicurezza;
– esaminare comunque il testo della email: spesso le email di phishing sono scritte in modo molto sgrammaticato o preparate con un traduttore automatico (in questo caso però l’email è scritta in italiano abbastanza credibile, quindi più insidiosa);
– nel dubbio contattate un avvocato o un esperto informatico per avere maggiori informazioni e aiuto.Se avete dubbi o avete bisogno di aiuto, contattatemi: www.avvocatobaglini.it

arrabbiato/a.

In questo caso non possiamo che asseverare tutto: parola per parola.

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Se dovesse anche a voi arrivare una email da una presunta autorità giudiziaria, come indicato dall’avvocato Baglini  trattatela come trattereste una bufala.

Usate lo stesso protocollo che vi consigliamo per le bufale: tenuto conto che, come indicato  nessuna  Procura cercherà di contattarvi a mezzo posta elettronica ordinaria (PEO),  e né tantomeno usando indirizzi di posta elettronica usa e getta ,  un buon punto di partenza è costituito (esattamente come fareste per le bufale) dal copincollare (evitando di cliccare sui link) una buona parte del testo ricevuto e ricercarla su Internet, per valutare se altri ne hanno avuto cognizione.

O, come in questo caso, se professionisti come l’avvocato Baglini ne hanno trattato.

In questo caso, potrete confrontare la situazione pervenutavi con quella esaminata.

In caso negativo, potrete tornare ai consigli indicativi dal solerte ed acuto professionista: passando il puntatore del mouse sui link  senza cliccarli potrete vedere  “in anteprima” la pagina dove finireste, o quanto meno l’indirizzo della stessa: potrete quindi controllare su Google la rispondenza (o meglio, mancata tale) con la procura di elezione.

Procura che dovrebbe essere  sempre indicata.

Ci permettiamo di rilevare in compenso che, nonostante l’italiano sostanzialmente corretto della mail di truffa,  una serie di idiosincrasie consentono di identificare il testo come composto artificialmente per mezzo di traduttori elettronici e malamente riadattato, come l’arresto del patrimonio immobiliare  ed un fantomatico numero di causa  che non corrisponde al formato di un numero di ruolo  (che dovrebbe indicare numero ed anno) ed una grottesca  nota privacy dalle fattezze di una narrazione “alla buona”.

Come indicato dall’avvocato che estende per primo l’allarme, esattamente come, in caso di una notizia dubbia, contattereste qualcuno come noi, in caso di una notizia “giuridica” dubbia  dovreste altresì contattare un avvocato, il quale potrà consigliarvi nel migliore dei modi, tutelando il vostro interesse nella sventurata ipotesi in cui, ingannati, abbiate cliccato sui link dando quindi a truffatori sconosciuti i vostri dati personali.

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