Stop alla benedizione dei nuovi automezzi della Croce rossa: “Offende i musulmani”

di Luca Mastinu |

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Stop alla benedizione dei nuovi automezzi della Croce rossa: “Offende i musulmani” Bufale.net

Riprendiamo oggi (7 settembre) l’analisi che ieri – 6 settembre – abbiamo riportato sotto il tag “versioni a confronto” per un aggiornamento: la scelta di non benedire i nuovi automezzi della Croce Rossa per non offendere i musulmani è una bufala.

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La bufala pubblicata da Diego Fusaro

I nostri contatti ci avevano chiesto verifica su quanto scritto da Diego Fusaro sul suo sito ufficiale:

Stop alla benedizione dei nuovi automezzi della Croce rossa: “Offende i musulmani”. La mondializzazione chiede ai popoli di negare il proprio per aprirsi all’altro. E, in tal maniera, distrugge tutte le identità.

Fusaro si rifaceva a una lettera di protesta inviata da alcuni volontari della Croce Rossa Italiana di Moncalieri (Torino) che lamentavano la scelta di “vietare” la benedizione di nuovi automezzi per rispettare la comunità musulmana. L’indignazione sul web e specialmente sui social, ovviamente, era passata di bacheca in bacheca.

Un passo indietro: 1 agosto, la benedizione del nuovo Doblò e dei nuovi DAE

L’evento scatenante risale all’1 agosto, quando la CRI di Moncalieri aveva acquistato un nuovo Doblò abilitato per il trasporto di infermi in carrozzina e tre nuovi DAE. Il nuovo automezzo era stato intitolato alla benefattrice Anna Boccardo, che per molti anni è stata responsabile delle attività sociali della CRI ed è stata anche fondatrice della sezione femminile. Alla cerimonia erano presenti le rappresentanze locali, ma mancava il parroco e la benedizione non aveva avuto luogo.

Alcuni presenti, in una lettera di protesta, avevano riportato che la scelta era dovuta a una misura di rispetto nei confronti dei musulmani e La Stampa aveva interpellato Guido Gonella, presidente del comitato locale, che aveva riferito: “Circolano troppe voci fantasiose. L’unica verità è che il marito della donna a cui è intitolato il veicolo, non ha voluto la presenza di un sacerdote”.

La smentita ufficiale del comitato CRI di Moncalieri

Eravamo in attesa di una dichiarazione ufficiale da parte della CRI di Moncalieri, per questo avevamo parlato di versioni a confronto. Nelle ultime ore tale dichiarazione è arrivata ed è stata pubblicata sulla pagina Facebook Croce Rossa Italiana – Comitato di Moncalieri:

Rispondiamo all’articolo comparso giovedì 5 Settembre su La Stampa e Il Mercoledì, che ci offre occasione per fare chiarezza sui recenti episodi.
Premettiamo, per dovere di informazione, che l’emblema della Croce Rossa non rimanda in alcun modo alla simbologia cristiana. Fu invece scelto in omaggio al suo fondatore e al paese che ne vide la nascita, con la Convenzione di Ginevra del 1864. La croce rossa su fondo bianco richiama infatti, a colori invertiti, la bandiera svizzera.
Sempre per dovere di informazione aggiungiamo che la Croce Rossa si ispira ad alcuni principi, che ne sono il fondamento e ne sanciscono l’identità. Uno di questi è la neutralità, che significa non riconoscersi in alcuna ideologia politica o filosofica, ne’ in alcuno specifico credo religioso.
La Croce Rossa è neutrale dal primo istante della sua esistenza, e proprio questo le ha permesso nel tempo di arrivare a operare in territori così vasti e diversi tra loro.
Ora, il Primo Agosto scorso un mezzo è stato inaugurato senza la benedizione del prete. Nella specifica circostanza è stata la famiglia dell’ex Volontaria alla quale è stato intitolato a volerlo, ma come comitato ci siamo effettivamente trovati allineati con la richiesta. È vero, in passato era usanza far benedire le nuove ambulanze. Ma si evolvono i tempi e si evolve il sentire e ci si mette in discussione. Scontentando purtroppo qualcuno, riteniamo, in linea con il sentimento oggi diffuso e col principio di neutralità, che in un ente laico non possano trovare spazio rituali religiosi. Questo per coerenza e non perché ci sia stato domandato. In particolare nessun membro di nessuna comunità musulmana ha mai avanzato una richiesta del genere al nostro comitato.
Spiace pensare che qualcuno sia arrivato ad inventare un fatto simile fomentando irritazione e intolleranza, anziché costruire coesione, come sarebbe nello spirito di Croce Rossa. La croce resterà sui mezzi perché è il nostro emblema e non è espressione di alcun particolarismo ne’ religioso ne’ politico. Speriamo di essere stati esaurienti ed evitare in futuro polemiche, non per mancanza di volontà di confronto ma perché siamo concentrati quotidianamente a svolgere il nostro lavoro, e credeteci, c’è tanto da fare.

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Il simbolo della Croce Rossa Italiana

La disinformazione sull’emblema della CRI è una costante dei nostri tempi, dal momento che ancora troppe persone si convincono o vogliono convincere che la croce sia di natura religiosa, dunque legata alla simbologia cristiana. Sul sito ufficiale della CRI troviamo la spiegazione:

La croce rossa su fondo bianco viene adottata quale simbolo di protezione, riconosciuto a livello internazionale. L’emblema, privo di significato religioso, è dotato di una singolare carica umanitaria e rappresenta imparzialità e neutralità. Lo indossano i soccorritori nei teatri di guerra, nei conflitti, nelle emergenze. Ma anche gli operatori psicosociali, chi accoglie, chi aiuta, chi porta conforto, indossando quello a uso indicativo, accompagnato cioè dal nome della Società Nazionale per dimostrare il collegamento con il Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (in questi casi si definisce logotipo).

L’assenza di un sacerdote e dunque di una benedizione dei nuovi automezzi era dovuta, dunque, a una richiesta della famiglia dell’ex volontaria Anna Boccardo, non certo ad una dimostrazione di rispetto verso i musulmani. La stessa CRI di Moncalieri ha chiarito la questione, sottolineando che l’emblema non è di natura religiosa.

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