DISINFORMAZIONE Sospetto caso di Ebola in Italia? DON'T PANIC – Bufale.net
A volte le bufale hanno una strana genesi. Prendi una nozione, del tutto vera e verificabile, falla rotolare lungo i pendii dell’informazione e della disinformazione, raccogli ogni paura ancestrale, malumore sopito ed acredine sotterranea contro fenomeni ritenuti “sgraditi”, come l’immigrazione, ed un fatto di per sé neutro sarà urlato al mondo come una causa di grave allarme, con contorno di grevi accuse verso chiunque e nuovi timori.
Il fatto in questione è il seguente: il 18 settembre una nave mercantile, la MV Western Copenhagen diretta verso l’Ucraina lamenta di avere a bordo un individuo, di origine filippina, che potrebbe manifestare sintomi compatibili con Ebola. Il comandante della nave, contrariamente all’avviso dell’unità medica contattata, composta da medici Italiani che avevano suggerito di fermarsi al primo porto di sbarco (Algeri) per i controlli del caso, ha preferito arrivare fino a Malta.
Le autorità Maltesi, ritenendosi inadatte a gestire il caso, hanno rifiutato lo sbarco con la seguente motivazione:
“We emphasise that there was lack of information and we had no way of ascertaining whether the captain was understating or overstating the situation. We had no way of knowing whether it was just one person or more,” the Prime Minister said.
“We are acting in conformity of all international conventions, where countries have a right to self preservation in that health systems and national security are not jeopardised.
“Morally, we know we are correct in not endangering Malta’s health system since we do not have a clear definition of what is on board.”
Evidenziamo che vi è stata una mancanza di informazioni e non riuscivamo a capire se il capitano avesse sopravvalutato o sottovalutato la situazione. Non avevamo modo di sapere se ci fosse una persona malata o meno.
Stimo agendo in conformità alle convenzioni internazionali, che dichiarano che gli stati hanno il diritto all’autotutela, nel senso che non possono mettere in pericolo il proprio sistema sanitario e la propria sicurezza. Moralmente, sappiamo che abbiamo agito rettamente nel non mettere a rischio il sistema sanitario di Malta non sapendo esattamente cosa troveremmo a bordo.
Riassumendo, col corroborante conforto dei dati forniti dalla BBC, sappiamo dunque che il governo Maltese, costretto “su due piedi” a valutare la presenza di un sospetto caso di Ebola, ha declinato le proprie capacità di essere di aiuto.
Si badi, in nessun testo della dichiarazione viene detto che ricoverare in una struttura un malato di Ebola sia un rischio mortale. Viene semplicemente detto che il fatto di rischio è dato dall’ignoranza dell’effettivo stato del malato, e dalla mancanza di tempo per la preparazione.
Infatti il testo citato conferma che:
The Maltese government shared the necessary information with other countries, who were “definitely” better equipped than Malta to handle such situations.
Il Governo Maltese ha condiviso le informazioni necessarie con altri paesi,sicuramente meglio equipaggiati di Malta per gestire l’emergenza
E’ lapalissiano infatti che sia la posizione geografica di Malta che il fattore di previsione ed equipaggiamento renderebbero molto, molto sfavorevole per un malato essere gestito e, eventualmente spostato presso un centro di ricovero per le malattie infettive adatto.
L’intervento Italiano nella vicenda si limita invece a questa nota:
At 11am, the ship headed north towards Sicily. The Italian authorities have now taken the patient. A patrol boat picked up the Filipino patient from on board the ship, while MV Western Copenhagen continued on with its way towards Ukraine.
Alle ore 11 del mattino la nave si è diretta a nord, direzione Sicilia. Le autorità Italiane hanno preso in consegna il paziente. Una pattuglia ha preso il paziente Filippino in carico, mentre la MV Western Copenhagen continuava a navigare verso l’Ucraina..
Ucraina dove i rimanenti membri dell’equipaggio saranno sottoposti ai test del caso, dei quali presto saranno divulgati i risultati
E stop! La notizia finisce qui.
Lasciare un sospetto malato su una nave per un tempo indeterminato a rimbalzare di porto in porto sarebbe stato contrario ad ogni imperativo etico e morale, nonché ad ogni legge nazionale e sovranazionale, nonché vero e proprio fattore di rischio laddove, se si dimostrerà che la malattia del mistero era Ebola, avrebbe creato un corposo “vivaio infettivo” tale da rendere la nave un autentico “Vascello Fantasma” latore di infezioni sconosciute.
Scopriamo invece dal mondo del web 2.0 che le autorità ci avrebbero nascosto la presenza di un confermato caso di Ebola in Italia, latore di grave pericolo.
Non perdiamo la calma.
Dalla cronistoria fornitavi dallo scrivente posso farvi infatti già notare che la notizia era così nascosta che gli organi di stampa di praticamente tutto il mondo civilizzato ne erano già edotti da settimane, e che parlare di “conferme” postulerebbe che un semplice “ricondivisore da tastiera” abbia conoscenze del caso di specie superiore a quelle dei centri clinici interessati.
Ci chiediamo quanti di coloro che hanno ricondiviso questo appello aggiungendo appelli al “pericolo imminente” si siano personalmente recati fino in Ucraina per chiedere all’ospedale interpellato lumi sulla vicenda.
E la risposta è retorica.
Infatti già riviste come VICE si sono occupate di collazionare il numero di “allarmi Ebola” apparsi dall’inizio dell’epidemia ad oggi, valutando l’impossibilità di simili scenari, e lo scrivente ricorda un recentissimo caso in cui un “sicuro caso di Ebola in Italia” si rivelò essere null’altro che un caso di malaria.
Ma proviamo anche solo per ipotesi ad ammettere che il “filippino”, cui auguriamo una pronta e completa guarigione, sia effettivamente affetto da Ebola.
Ricordiamo in questo caso che per l’infettivologo E. Sagnelli
L’Italia è dotata di importanti sistemi di sorveglianza e di protezione e di una vasta rete di Unità di ricovero per Malattie Infettive. I casi sospetti vanno immediatamente posti in stretto isolamento ed osservati.
E quindi nessuna meraviglia dovrebbe porre un’eventuale “presa in carico” di un malato da una delle Unità di ricovero locali. Anzi la causa primaria della mortalità dell’Ebola non è una presunta “infettività” del virus, il cui contagio non avviene per via aerea, ma mediante fluidi corporei infetti.
Le unità di ricovero per Malattie Infettive sul suolo Italiano sono perfettamente in grado di aderire alle direttive dell’OMS sulla gestione del Filovirus, riducendo al minimo eventuali casi di infezione.
Quindi, anche ammesso che il “filippino” sia effettivamente un malato di Ebola (ma non è detto), non c’è niente da nascondere perché non c’è niente di cui preoccuparsi.
Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o
con una donazione PAYPAL.