Sì, esiste una petizione contro Squid Game: “Difendiamo l’incolumità dei minori”

di Luca Mastinu |

bufala sindaco di lonigo
Sì, esiste una petizione contro Squid Game: “Difendiamo l’incolumità dei minori” Bufale.net

“Bufale, è vero che hanno fatto una petizione contro Squid Game?”. La risposta è , e mentre scriviamo la raccolta firme ha raggiunto quota 3394 su un obiettivo impostato a 5000. L’iniziativa è comparsa su Change.org e ha attirato l’attenzione della stampa.

La petizione contro Squid Game è ancora online (qui la versione archiviata) ed è stata lanciata dalla Fondazione Carolina, che prende il nome dal caso di Carolina Picchio, morta nel 2013 ad appena 14 anni dopo aver subito episodi di cyberbullismo.

La stessa Fondazione ha rivendicato l’iniziativa sui social, e in un post pubblicato nelle ultime ore ha mostrato delle infografiche per esporre i motivi della raccolta firme.

Nel testo della petizione su Change.org parla Ivano Zoppi, segretario generale della Fondazione, che riporta le testimonianze di alcuni genitori:

“Di fronte allo sgomento di mamme e maestre delle scuole materne non bastano i buoni propositi, ma serve un’azione concreta”. Quello di Fondazione Carolina – la Onlus impegnata per il benessere dei minori online – non è un atto censorio, ma risponde alla necessità di far fronte alla sconfitta dei parental control e alla crisi della genitorialità. Una debacle messa nudo dai social e, soprattutto, dalle decine di segnalazioni che gli esperti per la sicurezza digitale delle nuove generazioni hanno raccolto da tutta Italia. “Mio figlio ha picchiato la sua amichetta mentre giocava a Squid Game”. “A mia figlia hanno rovesciato lo zaino fuori dalla finestra dell’aula perché ha perso a Squid Game, non vuole più uscire di casa. “I miei figli non sono stati invitati alla festa del loro compagno, perché non vogliono giocare a Squid Game”. Sono solo alcune delle testimonianze arrivate a Fondazione Carolina; un campione allarmante rispetto ad una serie che racconta violenza, alienazione e dipendenze con la semplicità dei giochi d’infanzia.

Si parla di “giocare a Squid Game”, e non viene precisato se si tratta di nuovi giochi online o nuove estensioni di giochi già esistenti (qui alcuni esempi, qui la versione per Android), o degli atti di emulazione segnalati in alcune scuole piemontesi. Potrebbe essere il secondo caso, visto che il titolo della petizione contro Squid Game è proprio: “Fermiamo lo Squid Game: giochi mortali emulati dai bambini”. 

L’intento è censorio? Nella citazione che abbiamo riportato poco sopra, Ivano Zoppi scrive: “Quello di Fondazione Carolina non è un atto censorio”, ma in chiusura del testo che accompagna le petizione contro Squid Game leggiamo:

“Prima di capirne i motivi, però, è importante comprendere come mai, ancora una volta, quegli argini a tutela dei più piccoli, non hanno retto. Ancora una volta”, prosegue il referente di Fondazione Carolina. Tanto vale domandarsi se davvero ha ancora un senso indicare un limite di età alla visione di un contenuto. “A questo punto, l’unica soluzione possibile – sottolinea Zoppi – sembra la censura vecchio stampo. Qualcuno storcerà il naso, ma oramai sembra l’unico strumento possibile a difesa del principio di incolumità dei minori”. Un’azione forte, finalizzata a sensibilizzare genitori e istituzioni, più che a censurare una pellicola.

La Fondazione Carolina, nella persona del suo referente, sostiene quindi che il parental control non ha filtrato la visione di Squid Game – ricordiamo che nella versione italiana di Netflix la serie tv sudcoreana è vietata ai minori di 14 anni – e dunque l’unica soluzione è la censura “vecchio stampo”.

Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o con una donazione PAYPAL.

Ultimi Articoli