Sciame (Swarm), perché si dice che la serie TV su Prime Video sia ispirata a fatti realmente accaduti

di Luca Mastinu |

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Sciame (Swarm), perché si dice che la serie TV su Prime Video sia ispirata a fatti realmente accaduti Bufale.net

Il 17 marzo 2023 su Amazon Prime Video è arrivata Sciame (Swarm), una nuova serie TV firmata da Donald Glover e Janine Nabers con la partecipazione della popstar Billie Eilish.

Da subito i più importanti portali tematici (MovieplayerCinematographe) e non (Rolling Stone) ne hanno scritto una recensione, stimolando la curiosità degli utenti ancora digiuni del prodotto, ovviamente con i dovuti spoiler alert. Ciò che colpisce sin dal primo episodio è l’avvertimento: “Questa non è un’opera di fantasia. Qualunque somiglianza con persone reali, vive o morte o con eventi reali è intenzionale“. Durante la visione, o dopo aver concluso i 7 episodi della serie tv, viene dunque spontaneo documentarsi su quale storia reale abbia ispirato l’opera di Glover e Nabers.

Di cosa parla Sciame (Swarm)

Brevemente, Sciame (Swarm) racconta la storia di Andrea “Dre” Greene (Dominique Fishback) e della sua ossessione per la popstar di fama internazionale Na’Jah. Nel mondo reale la popstar non esiste, ma è ormai chiaro che gli autori si siano ispirati a Beyoncé, l’ex Destiny’s Child che oggi i suoi fan chiamano Queen Bey.

Di fandom, infatti, parla l’intera struttura narrativa di Sciame (Swarm) che mette in risalto l’aspetto più tossico della passione per un artista: l’ossessione. Dre, infatti, appartiene allo “sciame”, la titanica fanbase di Na’Jah che sui social – sempre nel contesto della serie TV – si fa notare per “pungere” chiunque parli male della popstar.

Dre vive e respira per Na’Jah al punto da mettere in discussione i suoi rapporti personali quando le persone non condividono la sua stessa passione, distorta dal fanatismo. Nei primi minuti della serie tutto somiglia ad un teen drama, ma poi arrivano le scene di sangue in un crescendo di delirio e violenza surreale. Prima la morte della sorellastra Marissa Jackson, poi del suo fidanzato Khalid. Poi tutti gli altri.

Come detto in apertura, ciò che colpisce di tutti gli episodi è il disclaimer che compare nei titoli di testa:

Questa non è un’opera di fantasia. Qualunque somiglianza con persone reali, vive o morte o con eventi reali è intenzionale.

Negli Stati Uniti esiste dunque davvero una serial killer che uccide chiunque si permetta di contestare il suo idolo? Andrea Greene è una fanatica assassina ancora in libertà?

Perché Sciame “non è un’opera di fantasia” (spoiler alert)

Ad alimentare la curiosità è il sesto episodio di Sciame (Swarm), dove tutto si trasforma in un documentario true crime con tanto di interviste e ricostruzioni. Dominique Fishback viene per un attimo messa da parte e la protagonista diventa Loretta Greene, detective, che ricostruisce la vicenda criminale di Dre e ci fa capire in che modo sia arrivata ad attribuire tutti gli omicidi alla fanatica di Na’Jah.

In questo episodio il nome della popstar viene censurato, i personaggi che abbiamo visto fino a questo momento hanno un volto diverso e vengono mostrati filmati d’epoca della presunta vera Andrea “Dre” Greene. È dunque tutto vero?

No, e lo spiega la stessa Janine Nabers al Los Angeles Times:

Abbiamo fatto ricerche per mesi per trovare fondamentalmente eventi (tra il 2016 e il 2018) in cui inserire il nostro personaggio principale.

Brevemente, Andrea “Dre” Greene non esiste né sono mai esistite le sue vittime, ma gli autori hanno pensato di raccontare la Stan culture, ovvero il mondo dei fan ossessionati proprio come accade nel brano Stan di Eminem. Nel farlo, hanno scelto la vicenda di un’anti-eroina come Dre, esemplare per far riflettere sugli effetti – in Sciame esasperati – del fanatismo verso un personaggio famoso, di cui Glover e Nabers raccontano l’aspetto più sanguinario.

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