Salvini e i pignoramenti dei conti correnti: ecco perché è una fake news

di Redazione |

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Siamo all’Unione sovietica fiscale“. Questa la dichiarazione di Salvini in riferimento alla norma prevista nella manovra fiscale 2020 varata dal governo attuale. In che cosa consiste questa nuova legge? Si tratta di un procedimento per la semplificazione della riscossione dei tributi comunali come Imu e multe rendendo l’accertamento esecutivo immediatamente. Le conseguenze? Non sarà più necessaria la cartella esattoriale. Questo primo atto varrà infatti come cartella esattoriale che, se non pagata, porterà all’avvio di procedure di esecuzione forzata tra le quali figura anche il pignoramento dei conti. Perché le affermazioni di Salvini in merito sono una vera e propria fake news?

Salvini sul pignoramento conti correnti: il botta e risposta con Conte

Partiamo dalle parole di Salvini, che ha acceso una polemica commentando il presunto emendamento della Manovra 2020 citato in un articolo del Corriere della sera. Le parole di Salvini: “Se entrano nel tuo conto corrente per pignorare, secondo me siamo all’Unione sovietica fiscale, lo stato di polizia fiscale”. La risposta del premier Conte è stata immediata: l’emendamento mira a semplificare ma non va a modificare nulla. La norma sui pignoramenti rimane esattamente quello che era prima, così come recita il Codice Civile.

Ogni giorno sono costretto a prendere una posizione chiara, i cittadini devono essere informati correttamente. Se si scrive che da domani i conti correnti saranno pignorati e via discorrendo sono tutte false notizie

Detto in parole povere: prima di dare aria alla bocca assicuriamoci di dire il vero e di dirlo nel modo giusto, senza dare fake news ai cittadini. Diffondere notizie false è grave, farlo ricoprendo una carica istituzionale solo per creare slogan da campagna elettorale dovrebbe costare il posto di lavoro o quantomeno la credibilità presso l’elettorato. Cosa che ovviamente in Italia non succede.

Emendamento Manovra 2020 pignoramenti: cosa comporterà

Al di là del botta e risposta tra Matteo Salvini e Giuseppe Conte in che cosa consisterà, effettivamente, l’emendamento sui pignoramenti? Partiamo dal presupposto che parlare di emendamento non è esatto. Quello che dovrebbe accadere, invece, è una riforma della riscossione da parte degli enti locali. Fino ad oggi lo strumento per riscuotere quanto dovuto era l’ingiunzione fiscale. Per ingiunzione fiscale si intende un istituto che risale al 1910 e che viene molto utilizzato dagli altri enti locali perché considerato una proceduta snella per il recupero crediti: in caso di morosità persistente si può agire esecutivamente in maniera rapida senza necessità di iscrivere a ruolo gli importi dovuti. A partire dal 2020 lo strumento utilizzato dovrebbe essere l’atto di accertamento in base al quale se il contribuente non paga quanto dovuto e non fa ricorso a un unico atto esecutivo che consente di avviare le procedure di recupero delle somme dovute.

Cosa cambierà per i cittadini?

Nulla, come riporta Adnkronos. Non verrà minata la tutela del contribuente né ci saranno multe, come ha sottolineato Laura CastelliViceministra dell’Economia e delle Finanze. In merito la viceministra ha affermato:

La norma presente nel disegno di Legge di Bilancio non tocca la procedura di pignoramento dei conti che esiste da quanto è stata introdotta con il Regio Decreto del 1910. Avremmo dovuto modificare il codice di Procedura Civile, non lo stiamo facendo. Le garanzie e le tutele per i contribuenti restano invariate, anzi si rafforzano

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