Quella volta Trump voleva far inginocchiare Musk ai suoi piedi

di Bufale.net Team |

bufala sindaco di lonigo
Quella volta Trump voleva far inginocchiare Musk ai suoi piedi Bufale.net

Un post su Truth Social secondo cui Trump voleva far inginocchiare Musk ai suoi piedi torna in queste ore di caos e farsa Twitter come una amara profezia.

Partiamo dagli ultimi giorni: Elon Musk, magnate del settore automobilistico e aerospaziale compra Twitter, tra caos e alterne vicende. Come annunciato, e seguendo le sue ovvie simpatie politiche, offre in dono al Tycoon ex Presidente il suo account social sbannato di fresco, bloccato dai tragici fatti di Capitol Hill in cui orde di QAnon fomentati dalla teoria del “Big Steal” hanno invaso il Campidoglio.

Donald Trump, dimostrando una certa indifferenza se non la mancanza assoluta della riconoscenza che probabilmente Musk si sarebbe aspettato, risputa il dono rigettandolo al mittente.

Si spinge a dichiarare che il suo Truth Social “funziona meglio” mentre Twitter “ha molti problemi”, “molti bot e account falsi”.

Elon Musk cerca di irretirlo con una immagine erotica dell’artista Italiano Milo Manara, ottenendo solo l’ira dei fan del disegnatore e il discredito da parte dell’uditorio.

Ma a qualcuno non è sfuggito che quella che agli occhi del pubblico sembra piaggeria lo è sembrata anche agli occhi di Donald Trump. Almeno da Luglio 2022.

Quella volta Trump voleva far inginocchiare Musk ai suoi piedi

Truth Social, il social “solo per gli americani (e i Canadesi)” ospita infatti da tale data un post del Tycoon che descrive Musk con toni decisamente ingenerosi. Se non come un sicofante pronto a rovesciare su Donald Trump ammirazione, affetto e stima da rigettarsi al mittente con sdegno.

Un “inferiore” che guarda verso un “superiore” libero di disporne come vuole e gettarlo via.

Quella volta Trump voleva far inginocchiare Musk ai suoi piedi

Quella volta Trump voleva far inginocchiare Musk ai suoi piedi

Il post tradotto recita, a dispetto della foto sorridente dell’incontro tra i due

“When Elon Musk came to the White House asking me for help on all of his many subsidized projects, whether it’s electric cars that don’t drive long enough, driverless cars that crash, or rocketships to nowhere, without which subsidies he’d be worthless, and telling me how he was a big Trump fan and Republican, I could have said, ‘drop to your knees and beg,’ and he would have done it…

Ovvero

“Quando Elon Musk è venuto da me alla Casa Bianca chiedendomi aiuto per i suoi molti progetti sovvenzionati, sia le sue auto elettriche che non possono essere guidate abbastanza a lungo, auto senza pilota che si schiantano e razzi che non vanno da nessuna parte, [progetti] che senza sovvenzioni non avrebbero avuto alcun valore, dicendomi che era un grande fan di Trump e un Repubblicano, avrei dovuto dirgli ‘Inginocchiati e prega’. E lui lo avrebbe fatto…”

Ottenendo come risposta dal Magnate del settore automobilistico un laconico meme del vecchio Nonno Simpson che agita il pugno alle nuvole.

Alla fine della fiera però il post del Tycoon è diventato una tetra profezia. Non importa che Trump, derisivamente, abbia insinuato neppure troppo sottilmente che Musk si sarebbe inginocchiato ai suoi piedi a comando.

E neppure importa che più volte Trump abbia definito Twitter una causa persa, spingendosi a dichiarare che Musk avrebbe dovuto sfilarsi dall’affare Twitter per non gettare “44 milioni di dollari in una causa persa”.

Alla fine è andata esattamente come aveva previsto il Tycoon: con Musk, metaforicamente in ginocchio, pronto ad offrire doni ad un magnate che glieli rifiuterà di malgarbo.

Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o con una donazione PAYPAL.

Ultimi Articoli