PRECISAZIONI Le autorità ci mettono in guardia: se qualcuno vi chiama e vi chiede “puoi sentirmi?” – riattaccate! – bufale.net

di Shadow Ranger |

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PRECISAZIONI Le autorità ci mettono in guardia: se qualcuno vi chiama e vi chiede “puoi sentirmi?” – riattaccate! – bufale.net Bufale.net

Ci segnalano i nostri contatti il seguente articolo, targato Incredibile.guru

Negli Stati Uniti si sta diffondendo una nuova forma di frode. L’idea è quella di farci rispondere “sì” durante una telefonata. Indy100 sostiene che le conseguenze sono davvero importanti.

L’agenzia governativa FCC (la Commissione federale per le comunicazioni) sta mettendo in guardia i cittadini da questa frode che avviene in pochissimi secondi. La persona che chiama chiede: “riesci a sentirmi?” – e noi rispondiamo “sì” senza neanche pensarci.

L’ABC racconta la storia di Teresa Thomas, 49, del Minnesota, che ha ricevuto una telefonata da questi truffatori. Dall’altro capo del telefono ha sentito una ragazza sogghignare e dire:

-ops, non credo che nessuno risponderà. Riesci a sentirmi?

Teresa ha attaccato immediatamente senza rispondere alla domanda della sua interlocutrice. Qualche secondo dopo, ha capito che stava parlando con una voce registrata, quindi ha riattaccato e ha bloccato il numero.

Dopo quella telefonata, ha fatto qualche ricerca sui social e su Google per saperne di più – e si è preoccupata molto.

Secondo la FCC, questi truffatori chiamano da diverse società o organizzazioni, che in un primo momento sembrano credibili. Offrono un servizio apparentemente vantaggioso – ma in realtà non lo è.

La FCC sostiene anche che tutte le chiamate sono registrate. Se rispondiamo “sì”, è come se acconsentissimo ad un servizio. Se, durante la chiamata, dici sì più di una volta, per i truffatori sarà ancora più facile creare un contratto orale a nome vostro.

Cercano solo di farvi parlare, in modo da creare un contratto falso in cui accettate un servizio che in realtà non volete. In questo modo la società può utilizzare la vostra voce anche in futuro per approvare altri eventuali contratti e clausole vincolanti.

La FCC ci propone tre semplici trucchi per proteggerci da questi truffatori. In primo luogo, non bisogna rispondere alle chiamate provenienti da numeri anonimi. In secondo luogo, se il numero è visibile, memorizzatelo e ricordatevi di non rispondere la prossima volta. In ultimo, se rispondete e vi accorgete che l’interlocutore è una voce registrata che vi invita a digitare numeri e codici sulla tastiera telefonica, non fatelo mai!

Inoltre, mai fornire password o informazioni sul vostro conto bancario. Ricordate che le agenzie delle tasse o le banche non chiedono mai dati sensibili per telefono.

Dobbiamo assolutamente fermare queste truffe!

Condivisibile? In parte.

Funziona davvero così? In parte.

Sostanzialmente, il meccanismo corretto l’ha esaminato il blog legale Studio Cataldi, al quale ci sentiamo di rimandarvi per una vera e compiuta disamina della questione, al netto di timori, pregiudizi ed ogni approssimazione, essendo Studio Cataldi gestito da avvocati e professionisti del settore.

Informazioni naturalmente controverificate coi nostri legali, e quindi, state sicuri.

Molti cittadini hanno segnalato di aver ricevuto strane telefonate da parte di società delle quali non vengono fornite generalità ben precise, interessate alle bollette di luce e gas; in realtà, tali contatti sono finalizzati a estorcere con l’inganno i dati necessari per effettuare un passaggio da un gestore all’altro, all’insaputa del titolare del contratto.

Chi contatta evidenzia al consumatore di aver riscontrato il pagamento di un prezzo troppo elevato per le bollette e, pertanto, assicura che dal mese successivo verrà attivata una tariffa più conveniente valida per tutto il 2016 e il 2017. Come fare? Basta solo fornire una bolletta e la truffa è servita: lo scopo, infatti, è quello di ottenere il numero di codice identificativo “Pod” per la bolletta dell’energia elettrica e “Pdr” per quella del gas.

Il consenso fornito con l’inganno

Questi codici rappresentano dati necessari per attivare il passaggio di gestore e possono essere anche forniti telefonicamente: il contratto, infatti, può essere stipulato per telefono e la registrazione della conversazione prova il consenso del cliente.
Consenso che viene fornito con un “Si” che è stato registrato a inizio telefonata rispondendo alla domanda “E’ lei il signor/la signora…” e che poi viene usato per fingere l’assenso a un nuovo contratto mai chiesto.

Come difendersi?

Sconfiggere l’istinto di rispondere con il fatidico “si” è difficile, ma con la dovuta attenzione è possibile giocare in anticipo, magari chiedendo all’operatore di identificarsi, per comprendere chi è che sta chiamando. Inutile aggiungere di non fornire dati come POD e PDR al telefono se non si è sicuri di stare parlando con il proprio gestore.

Se, invece, è stato attivato un contratto per la fornitura di energia elettrica o gas mai richiesto, è possibile proporre apposito reclamo al fornitore per disconoscere la stipulazione, evidenziando di non aver mai acconsentito ad alcun cambio.

Inoltre, come disposto dalla c.d direttiva consumatori, d.lgs. n.21 del 21 febbraio 2014, il contratto concluso per telefono deve necessariamente essere confermato per iscritto.
Quando il contratto a distanza è concluso per telefono, il professionista deve confermare l’offerta al consumatore che sarà vincolato solo dopo aver controfirmato l’offerta o averla accettata per iscritto.

La disposizione si applica anche ai contratti per la fornitura di acqua, gas, elettricità o teleriscaldamento: in caso di fornitura non richiesta, il consumatore è esonerato dall’obbligo di fornire qualsiasi prestazione corrispettiva.

Non è quindi il sì pronunciato distrattamente che vi frega, ma tutto quello che avete detto prima e che esprime i vostri dati personali. Quelli necessari a stipulare un contratto, sostanzialmente.

Ed anche così, è nel vostro diritto richiedere copia scritta dell’accordo, realmente o fittiziamente stipulato.

È sempre un buon adagio non dare corda agli sconosciuti. Figurarsi dati personali.

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