“Parroco di Brescia sottoposto a TSO”, disinformatori a caccia di click

di Bufale.net Team |

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“Parroco di Brescia sottoposto a TSO”, disinformatori a caccia di click Bufale.net

I nostri lettori ci segnalano un articolo pubblicato da un famoso blog il 25 maggio 2020 che tratta di un parroco di Brescia sottoposto a TSO. Chi scrive l’articolo liquida la vicenda come una cospirazione contro il religioso che “semplicemente” non si abbassava al pensiero dominante. La questione, in realtà, è più complessa e non è certo mossa da una battaglia tra il pensiero comune e il pensiero rivoluzionario.

Parroco di Brescia sottoposto a TSO

Il motivo del TSO cui è stato sottoposto don G.L. non è il suo “libero pensiero” ma un improvviso atteggiamento che ha preoccupato anche la diocesi. Chi scrive l’articolo sul blog cita alcune vicende che decisamente facevano di G.L. un sacerdote sopra le righe. Partiamo dal finale di questa storia. Il blog scrive:

Un bel giorno a casa di don G. si presentarono la polizia locale, i carabinieri e i vigili del fuoco (mancavano solo i marines), i quali, dopo aver forzato una finestra, entrarono nella canonica (il che, se non ricordo male, si chiama violazione di domicilio), lo prelevarono e lo portarono in ospedale (il che assomiglia molto a un sequestro di persona).

In questo modo la vicenda viene riproposta con una certa semplificazione a favore di un pubblico specifico, ma viene citata anche una nota diffusa dalla diocesi di Brescia nella quale veniva fatta chiarezza sulla vicenda. La troviamo sia nel blog che sulle testate locali, come ad esempio BSNews che riportava il testo della nota il 19 maggio 2020:

Alcuni comportamenti di don G.L. negli ultimi giorni sono frutto di un evidente disagio personale. In questo frangente, il vescovo e i suoi collaboratori, dopo un momento di ascolto e con la consulenza del medico curante, hanno concordato con don G. di mettere in atto una serie di azioni per recuperare al più presto una condizione personale più serena. Nelle prossime settimane, pertanto, l’attuale parroco di Castelletto di Leno sarà assente dalla parrocchia e sarà accompagnato in un percorso di verifica e di sostegno che gli consenta un pieno ristabilimento.

Per questo il parroco è stato sostituito con don A.B.. da parte del vescovo. A rendere necessario l’intervento con TSO, come scriveva Brescia Today il 19 maggio:

Per tutta mattina don L., parroco di Castelletto di Leno, non solo non ha risposto al telefono, ma non ha nemmeno aperto la chiesa e non si è fatto vedere neanche in canonica. Così è stato dato l’allarme, e la sua abitazione è stata raggiunta da Vigili del Fuoco, Carabinieri e Polizia Locale.

I pompieri hanno sfondato una finestra e l’hanno trovato seduto in casa, in silenzio: a prima vista niente di grave, ma è stato comunque trasferito in ospedale a Manerbio per i dovuti accertamenti. Pare che da tempo sia seguito da un medico specialista: ora è necessaria una terapia ad hoc.

Un primo riepilogo:

  • Don G.L. è stato raggiunto dalle autorità a seguito di una mattina in cui non si è presentato in canonica né in chiesa, e soprattutto non rispondeva al telefono;
  • Don G.L. era seduto in casa in silenzio;
  • Vescovo e collaboratori, con la consulenza del medico curante del parroco, hanno concordato con G.L. un percorso di recupero;
  • Nella nota diffusa dalla diocesi non si leggono riferimenti al pensiero di don G.L. ma ad alcuni atteggiamenti manifestati nei giorni precedenti l’intervento delle autorità, atteggiamenti che manifestavano un certo disagio personale.

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Il pranzo in piazza senza mascherine con gli operai: le multe e il bis a cena

La vicenda è stata riassunta anche da NeXt Quotidiano in questo articolo pubblicato il 26 maggio. Come ricorda anche Prima Brescia, don G.L. prima dell’intervento delle forze dell’ordine aveva lanciato una provocazione al governo.

Era il 14 maggio 2020 quando Giornale di Brescia scriveva che il parroco aveva allestito un pranzo in piazza di fronte alla chiesa parrocchiale insieme agli operai che avevano riparato la facciata. In questo modo i commensali avevano violato le norme sul distanziamento sociale e per questo erano stati multati per la cifra di 400 euro.

Alla sera si era appostato sul sagrato della chiesa per cenare da solo issando la bandiera svizzera. Segnalato a più riprese dai residenti, il caso di don G.L. è passato all’attenzione dei social ma soprattutto della diocesi, che appunto si è messa in contatto con il medico curante del sacerdote che ha consigliato l’intervento concordando con lo stesso don G.L. un percorso di recupero.

Quindi un TSO perché non la pensava come tanti?

No. Don G.L. aveva pubblicato recentemente un comunicato sul sito ufficiale della Parrocchia di Castelletto in cui indicava l’Europa come Massoneria, ma soprattutto nel 2017 aveva parlato di invasione islamica in un articolo pubblicato su ManerbioWeek. Chi disinforma crede che l’intervento delle autorità fosse stato disposto per le sue esternazioni, o per aver violato le normative sul distanziamento di sicurezza. No, perché per il pranzo con gli operai il parroco era già stato multato.

Non erano sicuramente questi i motivi che hanno richiesto l’intervento delle autorità, ma nel constatare che don G.L. si era barricato in casa senza rispondere al telefono né svolgere le sue funzioni la comunità si era di certo preoccupataper questo motivo si era reso necessario l’intervento delle autorità e del personale sanitario.

Conclusioni

Su Nurse24 leggiamo:

Il trasporto del paziente in struttura ospedaliera, nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (Spdc), deve essere operato dal servizio di emergenza extra-ospedaliero in collaborazione con l’organo di polizia locale del comune di riferimento.

Le notizie pubblicate e la nota della diocesi parlano di intervento delle autorità (polizia, carabinieri e vigili del fuoco), ma non di ambulanza accorsa presso l’abitazione del parroco. Al contrario, lo stesso sacerdote ha concordato un percorso terapeutico. L’intervento delle forze dell’ordine, quindi, è avvenuto perché il parroco aveva fatto preoccupare fedeli e collaboratori in quanto si era barricato in casa senza rispondere al telefono, il che aveva fatto sospettare che gli fosse successo qualcosa.

Parliamo di disinformazione perché sul “parroco di Brescia sottoposto a TSO” in realtà non vi è conferma che si sia trattato di TSO, e la stampa locale denuncia tante fake news sull’argomento. A portare le forze dell’ordine all’intervento è stato il suo improvviso silenzio, non il suo pensiero.

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