AGGIORNAMENTO Borgo Mezzanone: agenti di Polizia accerchiati e aggrediti dai profughi
Ieri, 9 ottobre 2018, riportavamo come Notizia vera un’analisi condotta su un caso avvenuto a Borgo Mezzanone, Manfredonia (FG), dove due poliziotti venivano assaliti da circa 50 profughi residenti in ghetto nei pressi del Cara. Tutte le testate nazionali (come emerge dai link riportati nel pezzo) riportavano l’aggressione subita dai due agenti della Polstrada, nella versione fornita dal Sindacato Autonomo di Polizia.
Oggi, 10 ottobre, troviamo una nuova versione dell’episodio, secondo fonti raccolte dal Comitato Lavori delle Campagne e materiale audiovisivo catturato durante le fasi dell’arresto di Omar Jallow.
La versione del SAP riportata dalle testate giornalistiche e da Voxnews
Venerdì 5 ottobre a Borgo Mezzanone, frazione di Manfredonia (FG) dove si trova il Cara, due poliziotti sono stati accerchiati e aggrediti da un gruppo di profughi durante un’operazione anticaporalato e contro l’immigrazione clandestina.
I nostri lettori ci segnalano la versione di Voxnews, che scrive; «ci vuole la Folgore, dobbiamo riprenderci il territorio palmo a palmo». La notizia è riportata dai principali organi di stampa e dalle agenzie.
Adnkronos, l’8 ottobre 2018, scrive che due agenti del distaccamento di Cerignola della Polstrada si trovavano nelle campagne di Borgo Mezzanone per un’operazione anticaporalato e contro l’immigrazione clandestina. Improvvisamente vedevano un’auto che procedeva ad alta velocità, dunque gli intimavano l’alt. Il conducente, oltre a non fermarsi, ha speronato l’auto di servizio nel tentativo di investire i due militari, che dunque si lanciavano all’inseguimento della vettura passando anche per strade interpoderali.
L’autista dell’auto arrestava la sua corsa nei pressi di un insediamento abusivo, e veniva dunque fermato dai due agenti dopo un inseguimento a piedi. L’uomo, un cittadino del Gambia di 26 anni riconosciuto come Omar Jallow, opponeva una forte resistenza. In quel momento, però, un gruppo di migranti interveniva in difesa di Jallow in un numero di circa 50 – così riferisce il Sindacato Autonomo di Polizia (SAP) nella persona di Giuseppe Vigilante – per accerchiare e picchiare i due agenti, anche con lancio di oggetti contundenti.
Il segretario nazionale del SAP Francesco Pulli, scrive Il Messaggero, racconta che l’intervento di altri colleghi scongiurava il peggio, intervenuti più pattuglie. Scrive Andkronos:
L’arrivo di altre pattuglie del Distaccamento di Cerignola, della Sezione di Foggia e dei Reparti Prevenzione Crimine ha fatto disperdere gli aggressori che hanno desistito. Il cittadino gambiano identificato come O.J., 26 anni, con vari precedenti penali, è stato arrestato.
I due agenti venivano dunque soccorsi presso l’Ospedale di Cerignola, ricevendo una prognosi di 15 e 30 giorni. Come riporta il sindacato via Il Giornale, uno dei due agenti riportava la frattura del setto nasale, mentre l’altro era stato colpito in testa da una bottiglia.
La notizia è dunque vera, e alcune testate ricordano i gravi disagi che si presentano nella frazione di Borgo Mezzanone, come ad aprile denunciava Corriere della Sera e come riportava Agi in un’inchiesta in cui si parlava di emergenza.
La versione del “Comitato Lavoratori delle Campagne”, i filmati dell’arresto e le testimonianze
Una nota d’agenzia pubblicata da Ansa riporta che, in replica alle dichiarazioni rilasciate dal SAP, è spuntato un filmato pubblicato su Facebook dal Comitato Lavoratori delle Campagne. Il video mostra un parapiglia tra i due poliziotti che trattengono Jallow e la folla di profughi che, invece, lo tira a sé:
Secondo il SAP, le esternazioni di Salvini e della Lega, e tutti i media, venerdì scorso sulla pista adiacente al CARA di Borgo Mezzanone una cinquantina di persone hanno accerchiato due poliziotti impegnati ad inseguire un ragazzo, anche lui residente nella baraccopoli, “colpendoli ripetutamente con calci, pugni e oggetti contundenti”. Ovviamente i soliti sciacalli, ministro dell’Interno in testa, non hanno esitato a cavalcare la notizia per invocare espulsioni immediate e proseguire nella campagna di criminalizzazione degli immigrati che li contraddistingue da sempre. Repubblica, per parte sua, agita inspiegabilmente lo spauracchio del caporalato, da tempo ormai un passepartout del giornalismo sensazionalista per fomentare bassi istinti e incrementare le vendite e gli accessi. Peccato, però, che questa comoda versione sia smentita non soltanto dalle testimonianze dei presenti, ma dai numerosi video che questi hanno avuto la prontezza di girare durante la concitata fase dell’arresto. Ve ne proponiamo uno, che dimostra come non ci sia stata alcuna “vile aggressione”, ma semplicemente un tentativo di scongiurare l’arresto brutale di una persona trascinata per diversi metri, mentre era già ammanettata, e poi legata alla ruota posteriore della volante della Polizia. I presenti protestano animatamente contro il trattamento inflitto all’arrestato, urlando “non è un animale!”, ma a parte cercare di strapparlo dalle grinfie degli agenti non azzardano altro. Se poi gli agenti sono rimasti feriti, come sostengono le prognosi, diversi testimoni affermano che questo sia stata la conseguenza di un incidente avvenuto successivamente alla ripartenza della volante, che correva a folle velocità per allontanarsi dalla pista. Contro chi pensa che la legge abbia sempre ragione, e che gli immigrati, specialmente se vivono nei ghetti, siano tutti pericolosi criminali, noi stiamo dalla parte di chi subisce le ingiustizie della legge e del suo braccio armato, tutti i giorni.
Le testate hanno dunque ripreso e approfondito la notizia, da Ansa a Il Fatto Quotidiano, così come l’analisi di Next Quotidiano. La fonte dell’approfondimento arriva da Terre di Frontiera, magazine locale che, oltre a offire due video girati dagli stessi protagonisti, riporta due testimonianze.
Troviamo la testimonianza di Marco, nome fittizio dato a un migrante presente durante i fatti e autore di uno dei video:
È vero che Omar cercava di resistere per non farsi arrestare. Era spaventato, sapeva che aveva sbagliato e aveva paura di perdere il permesso e di andare in carcere. Non ha fatto bene.
Ed è vero pure che altri ragazzi del Gambia cercavano di tirare il compagno per difenderlo, anche perché si era fatto male. Quando la polizia è arrivata hanno inseguito Omar e per mettergli le manette lo hanno buttato a terra, tra i cumuli di rifiuti fatti per la maggior parte da bottiglie di vetro. Lui è caduto e si è fatto male. Ha cercato di non farsi mettere le manette e si è agitato tanto. Uno dei poliziotti è caduto insieme a lui per terra. Si è fatto male pure lui alle mani, con vari tagli, si è sporcato il pantalone nell’immondizia ed è andato a finire con la faccia dentro la polvere. Aveva la faccia tutta piena di polvere e di terra, come quella di Omar. I ragazzi del Gambia tiravano Omar per un altro braccio e noi tutti gridavamo che non lo dovevano fare. Stavano sbagliando pure loro perché non si fa così. Se Omar ha sbagliato, Omar deve andare in carcere con Polizia, che fa il suo dovere. Poi ci pensa il suo avvocato, che vede Omar mercoledì. Era sbagliato tirare Omar, noi abbiamo gridato, nel video si sente che io grido “No!”. Poi hanno smesso. Tutti cercavano di parlare con la Polizia per vedere cosa si doveva fare. Ma nessuno, giuro nessuno, ha picchiato poliziotti. Nessuno. Dopo sono arrivati altri poliziotti, con quattro macchine in tutto. Se noi avevamo picchiato, perché dovevano arrestare solo Omar? Arrestavano anche altri. Tutti gli altri. Nessuno ha picchiato la Polizia, veramente no. Se qualcuno di noi picchiava, poteva succedere una guerra. Noi siamo irregolari, è vero, ma non siamo stupidi.
Continua Alessandro, secondo nome fittizio e autore del secondo video pubblicato da Terre di frontiera:
È brutto che si dice su tutti i giornali che noi abbiamo picchiato la Polizia, perché non è vero. Nessuno ha chiesto a noi cosa è successo veramente. Così non va bene. Venerdì è successo un casino, Omar ha sbagliato, i gambiani hanno cercato di difenderlo e stavano sbagliando pure loro. Ma veramente nessuno ha picchiato la Polizia. Siamo arrabbiati perché non ci possiamo difendere, non abbiamo una voce. Se abbiamo picchiato Polizia, altri poliziotti potevano venire in questi giorni per arrestare quelli che hanno sbagliato. Ma non sono venuti. Nessuno ha chiesto a noi cosa è successo. Ma se due persone litigano e il giornalista ascolta solo uno di questi, fa bene il suo lavoro? Secondo me no. Se sei bravo, ascolti tutti e due. Così noi siamo solo criminali. I mostri da mettere sul giornale.
In sostanza, i testimoni riferiscono che Omar Jallow, una volta ammanettato, era stato trascinato di qualche metro dagli agenti per poi venire ammanettato alla ruota posteriore della vettura.
I gambiani presenti nel ghetto di Borgo Mezzanone, essendo connazionali di Jallow, hanno tentato di trascinarlo via dagli agenti, seppur la folla – come raccontano Marco e Alessandro – tentasse di dissuaderli da quella resistenza alle fasi di arresto. Viene fatto notare, inoltre, che se davvero vi fosse stata un’aggressione di massa contro gli agenti, per lo meno sarebbero scattati gli arresti anche per i violenti presenti nella folla.
Le manette, invece, sono scattate solo per Omar Jallow.
Questa versione, dunque, contrasta particolarmente con i racconti fatti dal SAP, trattandosi di veri e propri video che documentano l’episodio e che raccontano una dinamica diversa.
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