No, Nostradamus non aveva predetto la pandemia: all’Università della Vita non insegnano filologia

di Luca Mastinu |

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No, Nostradamus non aveva predetto la pandemia: all’Università della Vita non insegnano filologia Bufale.net

Dal 2015 abbiamo a che fare con le profezie inventate dai complottisti per trovare una spiegazione sulle cose che accadono nel mondo. Quando non si tratta di Baba Vanga, il mendicante del web di turno ripesca dal cilindro Nostradamus, e non è la prima volta. Era febbraio 2020 quando allo stesso nome era associata una quartina (qui il nostro articolo) che studiosi ben più preparati delle matricole dell’Ateneo della Vita avevano bollato come non attinente. Oggi, peggio del caso precedente, le parole attribuite a Nostradamus non sono mai state scritte.

“Ci sarà un anno gemello (2020) da cui emergerà una regina (corona) che arriverà dall’Est (la Cina) e diffonderà una epidemia (il virus) nell’oscurità della notte, in un Paese con sette colline (l’Italia) e trasformerà il crepuscolo degli uomini in polvere (morte), distruggendo e mandando in rovine il mondo. Sarà la fine dell’economia mondiale come la conosciamo”.
Nostradamus, l’astrologo, farmacista e scrittore francese, nato come Michel de Nostredame e vissuto nella prima metà del 1500 (morì poi nel 1566).

Dove sono le quartine?

Nostradamus scriveva in quartine, dove sono le quartine? Ciò che avete appena letto, in ogni caso, non è mai stato scritto dall’astrologo francese e tale attribuzione è già stata smentita dai fact-checker internazionali con il supporto degli studiosi.

Partiamo dall’Italia: giusto per collocare la bufala nel tempo facciamo notare che il 22 marzo 2020 il sito Veb.it smentiva l’esistenza di tale profezia. Nell’articolo gli autori ricordano che le profezie di Nostradamus furono raccolte nel volume Les Prophéties la cui prima pubblicazione risale al 1555. Come la storia insegna, l’opera era strutturata in 10 secoli ognuno dei quali composto da 100 quartine.

Parole mai scritte

Il 25 marzo 2020 Express sottolineava che nell’opera di Nostradamus non sono mai comparse le parole citate dai complottisti. L’agenzia di stampa Reuters, a tal proposito, ha interpellato Stephane Gerson, docente di Francese e Storia all’Università di New York che ha riferito che nelle Prophéties di Nostradamus non esiste alcun passaggio con le parole riportate nei vari post in circolazione sui social.

Nessun riscontro nell’opera originale

Per avere un riscontro è possibile verificare personalmente attraverso le varie edizioni dell’opera presenti sul web e fruibili gratuitamente. Dal 2003, per esempio, il volume completo delle Prophéties è disponibile in formato PDF a questo indirizzo in lingua francese e inglese. Per trovare un riscontro è sufficiente cercare le parole chiave. Chi vi scrive conosce l’inglese, dunque cerchiamo parole come twin (gemello), queen (regina) e est. Per farlo è sufficiente digitare CTRL+F e scrivere le parole chiave che il vostro browser troverà. Nei risultati non troviamo in alcun modo un riferimento alla citazione che circola sui social.

Se non vogliamo fidarci di un documento pdf buttato sul web probabilmente da un libero utente tentiamo con l’opera originale, e non tanto su Amazon in cui troviamo soltanto un’anteprima, quanto su Google Libri. A questo indirizzo troviamo l’opera completa. Andiamo a sinistra e compiliamo il campo “search in this book”, digitiamo le parole chiave e clicchiamo su “go”. Il passo citato dai complottisti non esiste.

Se vogliamo esiste anche una versione interattiva de Les Prophéties a questo indirizzo, ma nemmeno lì troveremo risultati. La redazione di Snopes fa notare che non esistono versioni precedenti del post che oggi poniamo in analisi, dunque è da intendersi che questa falsa attribuzione sia stata creata appositamente nei tempi della pandemia.

Perché “bufala”?

Parliamo di bufala in quanto le parole attribuite a Nostradamus non appartengono all’autore e sono semplicemente il frutto della fantasia di qualche utente in cerca di like. Ancora una volta ricordiamo che un insieme di parole postate sui social, anche se attribuite a un nome autorevole, non sono per forza di cose una verità se non accompagnate da fonti attendibili che no, non si individuano nel “contatto troppo bravo e informato” se questo contatto nasconde la fonte originaria.

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