No, non veniva usato il latte crudo nelle trasfusioni (non con successo, almeno)

di Shadow Ranger |

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No, non veniva usato il latte crudo nelle trasfusioni (non con successo, almeno) Bufale.net

Ci segnalano i nostri contatti una condivisone per cui veniva usato il latte crudo nelle trasfusioni in quanto un “supercibo”. Abbiamo già parlato di quanto sia fallace il concetto di “supercibo” e di quanto sia pericoloso il latte crudo.

No, non veniva usato il latte crudo nelle trasfusioni (non con successo, almeno)

No, non veniva usato il latte crudo nelle trasfusioni (non con successo, almeno)

Peraltro, ai tempi della prima guerra mondiale era già noto che semplicemente le trasfusioni di latte crudo non funzionavano.

No, non veniva usato il latte crudo nelle trasfusioni (non con successo, almeno)

L’operazione è riuscita e il paziente è morto: recita un antico adagio.

Effettivamente per un breve, bizzarro periodo nella storia abbiamo provato a trasfondere nelle vene dei malati qualsiasi cosa fosse vagamente un liquido.

La prima trasfusione di latte crudo avvenne in America, a Toronto, nel 1854 per mano dei dottori James Bovell e Edwin Hodder. La loro bizzarra teoria predeva la trasformazione dei grassi nel latte (praticamente quelli che diventano panna e burro…) in globuli bianchi sulla base di “sono entrambi bianchi”.

Prima di proseguire si vorrà ricordare che fino al 1901 il concetto di gruppi sanguigni non era stato scoperto e le trasfusioni erano una roba sperimentale e tendente al fallimento perché, letteralmente, si andava a fortuna.

Non conoscendo i gruppi sanguigni, si andava alla cieca: figurarsi quando Bowell e Hodder decisero di “trasformare la panna in sangue”.

Il risultato? Essi dichiararono di aver curato un paziente con una iniezione di latte. Gliene morirono cinque successivamente.

In Nord America si provò a curare quindi i turbercolotici con le trasfusioni di latte, in un’epoca in cui la tubercolosi era ancora “la più importante delle più temute malattie infettive” e una condanna ad una lenta morte.

Dottor Bovell, esperto di iniezioni di latte in vena

Dottor Bovell, esperto di iniezioni di latte in vena

Il risultato? Dolori al petto, nistagmo (movimenti invvolontari degli occhi) e mal di testa (questi ultimi legati a disfunzioni del cervello). Anche qui, pochi riscontri aneddotici di pazienti scampati al trattamento vennero sopravanzati da un lungo elenco di persone cadute in coma e mai risvegliatesi fino alla morte.

Nel 1873 il Dottor Joseph Howe provò a iniettare 50 grammi di latte di capra in un malato di tubercolosi. Ovviamente questo morì dopo aver manifestato tutti i sintomi precedenti, che Howe provò a curare arrivando a 100 grammi di latte di capra.

Howe continuò i suoi esperimenti dissanguando cani a cui iniettare latte di vari animali e mungendo capre sul posto: i cani morirono tutti.

Nel 1880 Howe teorizzò che, semplicemente, ogni animale aveva un latte diverso e adatto alla propria specie.

Si procurò così 85 grammi di latte materno umano e ne iniettò 56 nel corpo di una donna.

Il risultato? La donna ebbe un arresto cardiaco, smise di respirare e fu rianimata a colpi di respirazione artificiale e iniezioni di whisky e morfina.

Il povero Howe ragequittò dal mondo del “iniettare liquidi a caso in persone a caso”

Quattro anni dopo l’idea di iniettare latte nel corpo altrui fu cancellata.

Nel 1901, come visto Karl Landsteiner scoprì i gruppi sanguigni rendendo le trasfusioni sicure.

Cosa comporta questo?

Ovviamente, arrivati al 1914 il 1884 era già stato superato da 30 anni.

Non solo! La Prima Guerra Mondiale vide invece la diffusione degli anticoagulanti, usati però in congiunzione con la refrigerazione del sangue per creare scorte di sangue da usare in bataglia.

Questo portò negli anni ’30 alla creazione della prima vera Banca del Sangue, opera del dottore russo Andre Bagdarsov che riuscì a conservare sangue umano per 21 giorni, all’epoca record.

Capirete come le trasfusioni di latte crudo, che non avevano mai funzionato, erano state ormai abbandonate dalla storia.

Del resto, iniettare nel corpo qualcosa che ingerito può causare gravi malattie non sembra savio.

 

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