No, non è vero che un team di Giapponesi ha verificato le placche tettoniche sullo stretto di Messina
Ci segnalano i nostri contatti un bizzarro apologo secondo cui un team di Giapponesi ha verificato le placche tettoniche sullo stretto di Messina, decretando la fine del progetto e dichiarando nel linguaggio più antiscientifico e colloquiale possibile che “constatano la presenza di due placche che vanno in direzione opposta”.
La storia è una bufala, anzi una moderna leggenda metropolitana che ne assume tutti i tratti caratteristici.
No, non è vero che un team di Giapponesi ha verificato le placche tettoniche sullo stretto di Messina
Una leggenda metropolitana è una favoletta moderna, una storiella con una morale o costruita per uno scopo che difetta di una serie di elementi tipici del fatto.
Le 5W per capirci: who, when, why, what e where, ovvero chi, quando, cosa, dove e perché. Chi sarebbero questi giapponesi? Non si sa. Quando avrebbero detto questa frase? Probailmente in ogni momento storico dal “grande discorso per la Pace nel mondo” in cui un Pertini sbavante e violento cavernicolo ha urlato al mondo con la bava alla bocca il suo desiderio di “cacciare i politici con mazze e pietre” ed un Pasolini teledipendente dal cervello bruciato dal brainrot indotto dal Tubo Catodico ammorbava Moravia e Alberto Sordi con lettere piene di tormentoni di Sabina Guzzanti.

No, non è vero che un team di Giapponesi ha verificato le placche tettoniche sullo stretto di Messina
In realtà gli studi sismici sul tratto interessato già ci sono, e i risultati sono ovviamente, pubblici e privi di “esperti giapponesi”.
La leggenda metropolitana nasce dalla conflazione di due elementi: il primo è ovviamente la serie di studi sismici sul tema, il secondo il tema del “ponte sullo Stretto di Akashi”, descritto impropriamente come il “gemello del Ponte sullo Stretto” e che nel progetto originale avrebbe dovuto consentire il transito di treni e mezzi su gomma e nel finale, per mutate esigenze di traffico, ha “perso” il trasporto su rotaie.
Una risalente leggenda metropolitana anche essa vuole il ponte di Akashi, inaugurato nel 1998 dopo circa venti anni di progettazione e costruzione inframmezzati da un terremoto nel 1995, aver perso il trasporto su rotaie perché giudicato pericoloso in base a studi sismici: in realtà una delle ipotesi al momento più accreditate è che semplicemente non fosse più stato ritenuto utile avere una linea ferroviaria sullo stretto di Akashi.
Si tratta quindi di una forma evoluta di due bufale.
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