No, l’Università di Oxford non sostiene che i vaccinati abbiano una carica virale 251 volte superiore ai non vaccinati

di Luca Mastinu |

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No, l’Università di Oxford non sostiene che i vaccinati abbiano una carica virale 251 volte superiore ai non vaccinati Bufale.net

Sono passati tanti anni da quando vi abbiamo messo in guardia dai siti che hanno nomi simili a quelli delle testate ufficiali, eppure con TgNews24 c’è chi inciampa ancora nell’errore. Il 28 agosto questo sito ha pubblicato un articolo in cui parla di uno studio condotto dall’Università di Oxford e pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet. Fun fact: ci è cascata anche Heather Parisi e ne abbiamo parlato qui.

Secondo lo studio, che gli autori presentano come pre-print, i vaccinati sarebbero più contagiosi rispetto ai non vaccinati in quanto nelle loro narici sarebbe presente una carica virale della variante delta 251 volte superiore a quella presente nei non vaccinati. Un fenomeno, questo, che potrebbe essere “la fonte delle innumerevoli ondate di contagio nonostante le campagne vaccinali di massa”.

Lo studio esiste, ma è in preprint, ovvero nella fase che precede la peer-review, dunque la fase di verifica da parte degli esperti per essere approvata e pubblicata. Il documento è disponibile a questo indirizzo, pubblicato il 10 agosto.

Una disinformazione nata in acque internazionali

I colleghi di AP News riportano che dopo la pubblicazione dello studio il sito Children’s Health Defense ha pubblicato un articolo a riguardo. Il sito Children’s Health Defense è un portale a trazione fortemente anti-vaccinista e l’articolo in questione è stato firmato dal dottor Peter McCullough, già presente nel nostro archivio per la sua disinformazione sui vaccini.

L’articolo di McCullough, inoltre, è stato condiviso da Robert F. Kennedy Jr., anch’egli ben noto per le sue teorie cospirazioniste. Il suo tweet, del resto, è stato freezato dagli sviluppatori di Twitter per i contenuti fuorvianti.

Andando nello specifico, lo studio è stato condotto dall’Università di Oxford tra gli operatori sanitari vaccinati di un ospedale in Vietnam. La frase che riassume l’esito dello studio è presente all’interno, e racconta una verità totalmente diversa da quella riportata da TgNews24:

Le cariche virali nei casi di infezione della variante Delta sono stati 251 volte superiori a quelli dei casi infetti da vecchi ceppi rilevati tra marzo-aprile 2020.

Ricapitoliamo: lo studio è stato condotto tra operatori sanitari vaccinati e dai test è emerso che la carica virale della variante delta è 251 volte superiore a quella dei vecchi ceppi rilevati nel 2020. Non si parla di “vaccinati più contagiosi dei non vaccinati”.

La risposta dagli autori dello studio

Per questo sia l’AP News che Reuters hanno contattato Chi Ngo, responsabile senior delle unità di ricerca, che si è dissociato completamente dalle conclusioni tratte da McCullough in quanto “nessuna affermazione ha attinenza con lo studio”. Chi Ngo ha aggiunto:

“È un peccato che il nostro studio sia stato completamente frainteso e citato in modo errato da un sito Web anti-vax”.

Non è tutto. I dottori Nguyen Van Vinh Chau, Guy Thwaites e Le Van Tan, tra gli autori dello studio condotto in Vietnam (troviamo l’elenco in fondo al documento), hanno pubblicato una nota sia per prendere le distanze da McCullough sia per fare chiarezza sullo studio pubblicato.

Le differenze nella carica virale sono state guidate dalla capacità della variante Delta di causare cariche virali più elevate; non avevano nulla a che fare con lo stato di vaccinazione dell’individuo infetto. Quindi l’affermazione secondo cui gli individui vaccinati trasporterebbero 251 volte il carico di SARS-CoV-2 nel tratto respiratorio rispetto alle persone non vaccinate è una falsa rappresentazione dei dati.

Possiamo notare noi stessi, e potete farlo anche voi, che in effetti nel documento non vengono messi a confronto vaccinati e non vaccinati, dunque non ha senso paragonare dati che non ci sono. Lo studio, in sostanza, dimostra la carica virale della variante delta tra i vaccinati, e della possibilità di contrarre il virus anche dopo l’immunizzazione si è già parlato a lungo.

L’Università di Oxford, quindi, con questo studio ha voluto incentivare la corsa alla vaccinazione. Lo riferiscono gli stessi ricercatori:

Esistono prove schiaccianti dell’efficacia dei vaccini nella prevenzione di malattie gravi e morte per COVID-19. Il nostro studio non fornisce prove contrarie. Sosteniamo fortemente la vaccinazione come strumento fondamentale contro il COVID-19 e le terribili conseguenze della pandemia.

Attribuire a questo studio l’affermazione secondo la quale i vaccinati avrebbero una carica virale 251 volte superiore a quelli non vaccinati significa fare disinformazione.

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