Muore dopo terza dose Astrazeneca: ma la terza dose Astrazeneca non esiste
Uno spettro si aggira per l’Europa, ed è lo spettro della disinformazione, che porta a credere a notizie come “Muore dopo terza dose Astrazeneca” perché scritto nero su bianco su Twitter.
O bianco su nero, se avete la modalità notturna, il punto non è questo. Il punto è che lo spettro della disinformazione esiste davvero, ed il suo linguaggio è sempre lo stesso. Sia che parli di vaccini o di guerre negate, che parli di sesso e vaccini o fantasie di potenza e guerra, ma anche di immigrati, il meccanismo è sempre lo stesso.
Qualcuno, un anonimo, dice una cosa su Twitter. Annuncia la morte di un congiunto, immagini strappalacrime. A volte ci scappa un video del tutto scollegato, relativo a giornate in cui il centro vaccinale dove qualcuno sarebbe morto era chiuso.
A volte ci scappa la foto di qualcuno prelevata dalla rete, e ci sono volte in cui quando i congiunti del defunto chiedono rispetto in cambio ottengono minacce.
Però può anche andarci un poco meglio, e leggere su un messaggio, archiviato qui e qui e con quasi un migliaio di Retweet
Stanotte è morto un mio familiare trivaccinato.Terza dose di astrazeneca fatta due settimane fa e non è più stato bene.Era sul divano dopo il lavoro,infarto a 32 anni.Sano,4 figli piccoli,vaccinato per poter lavorare ma aveva paura del siero. Ringraziamo i boia di stato
Problema: la terza dose Astrazeneca non esiste. Ripetete con me: non c’è.
Muore dopo terza dose Astrazeneca: ma la terza dose Astrazeneca non esiste
Una buona fake news dovrebbe partire dalla conoscenza del materiale di provenienza.
E il materiale di provenienza, fatto noto a chiunque la terza dose (o meglio in questo caso si parlerebbe di dose Booster) l’ha fatta per davvero è che in Italia è impossibile ricevere la somministrazione di Astrazeneca come booster o terza dose.
Ad oggi, indipendentemente dal tipo di vaccino ricevuto per il ciclo primario di vaccinazione, in Italia le dosi booster somministrate appartengono esclusivamente alla tecnologia a mRNA.
Ci ricorda ad esempio la Fondazione Veronesi.
Col vaccino Astrazeneca inizialmente spostato ad un pubblico di soli ultrasessantenni, e con esclusione delle dosi booster e terza, la fake news è stata costruita a tavolino con l’unico vaccino (oltre J&J) che è non solo improbabile, ma impossibile sia stato somministrato ad un 32enne.
Trentaduenne ipotetico che, peraltro, a meno che non facesse parte di determinate categorie professionali (ad esempio medico) non essendo over 50 avrebbe anche potuto continuare a lavorare senza la dose booster.
Scatta in questo caso la teoria del “microshock” emotivo. Chi condivide l’appello, sostanzialmente, lo fa perché col dente avvelenato contro la vaccinazio e desideroso di avere qualcosa contro cui “colpire” un nemico.
E lo fa perché l’immagine da Libro Cuore del 32enne accasciato sul divano, stroncato dalla morte con uno stuolo di piccoli orfanelli, rende possibile ogni gioco dialettico di demonizzazione.
Leggendo ti senti indignato, anzi “indinniato” (parola che indica l’indignazione rumorosa e irriflessiva dei social). Condividendo ti senti un giusto. Rispondendo a chi ti fa notare gli elementi illogici nella fake non con la logica, ma con la rabbia e l’insulto ti fa sentire un novello Crociato che brandisce la spada dell’Indinniazione contro il Governo.
Cosa che, abbiamo visto, non finisce mai bene.
Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o
con una donazione PAYPAL.