Mortalità per Regione: la Statistica dimostra che non è vero che si muore di Coronavirus! – Quando il Complottista ignora la statistica

di Shadow Ranger |

bufala sindaco di lonigo
Mortalità per Regione: la Statistica dimostra che non è vero che si muore di Coronavirus! – Quando il Complottista ignora la statistica Bufale.net

La Statistica non è una scienza facile. La Statistica dimostra che non è vero che si muore di Coronavirus è diventato il perverso mantra di complottisti e leoncini da tastiera di tutta Italia.

Persino gli account social del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sono invasi da Napalm51 e Goccediluna07 che hanno approfittato dei Webinar dell’Università della Vita in statistica.

La Statistica dimostra che non è vero che si muore di Coronavirus!

La Statistica dimostra che non è vero che si muore di Coronavirus!

Webinar che scomodano l’ISTAT, rendendo verità quanto scritto da Kipling quando nel 1910 invitava le nuove generazioni a

riuscire a sopportare di sentire la verità che hai detto
Distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per gli ingenui

Il Dunning-Kruger, la Statistica e l’Istat

Conoscete tutti l’effetto Dunning-Kruger: è sostanzialmente l’altra faccia della medaglia del Socratico il sapiente sa di non sapere.

Chi padroneggia davvero un argomento lo maneggia con cautela. Sa che la materia che pratica è vasta e mutevole, in perenne aggiornamento. Misura le sue parole più volte, verifica e confronta, ricontrolla il suo pensiero e quando è certo rende parere.

L’analfabeta funzionale non lo fa.

L’analfabeta funzionale non ha la più pallida idea di quello che sta dicendo, quindi parla a ruota libera sopravvalutando se stesso e convinto che la sua “superiore intelligenza” gli renda palesi verità che gli altri non vedono.

E come il leggendario stolto che alle Olimpiadi degli stolti si classifica secondo perché è troppo stolto per il primo posto, oppure viene squalificato perché al momento della premiazione la Giuria si ricorda che la Gara era solo per gli stolti non professionisti, non riesce neppure a capire dove ha sbagliato.

La Statistica è una scienza il cui dato va interpretato. L’esempio cardine in ogni università è quello del pollo.

La Statistica è quella scienza secondo cui se io mangio regolarmente due polli al giorno per un mese, e tu non hai da sfamarti per un mese intero, io posso darti del bugiardo quando mi chiedi qualcosa per nutrirti perché, statisticamente parlando, mangi pollo da un mese. La statistica dimostra che se un campione di due persone mangia due polli al giorno per un mese, entrambi hanno la pancia piena e tu stai mentendo.

Recita il “ragionamento per assurdo” che mostra agli studenti l’effetto di interpretare i dati alla carlona.

L’interpretazione corretta

Quel diagramma è corretto? Certo, ma la sua interpretazione non lo è affatto. Anzi, la sua interpretazione dimostra che il complottista medio non ha la più pallida idea di cosa significhi quello che posta.

Soccorre al riguardo una nota interpretativa dell’ISTAT stessa, l’istituto citato a vuoto

Estratto della Nota INPS

Estratto della Nota ISTAT

Trascritto per chi usa sistemi automatici di conversione di testo in voce in

L’incremento della mortalità complessiva osservato nel mese di marzo rappresenta una brusca inversione di tendenza dell’andamento della mortalità giornaliera dei mesi di gennaio e febbraio 2020. Nei primi due mesi del nuovo anno, infatti, i decessi erano stati inferiori al numero medio osservato nello stesso periodo nel 2015-2019. Un fenomeno che può ritenersi attribuibile al ridotto impatto nei primi due mesi dell’anno dei fattori di rischio stagionali (condizioni climatiche ed epidemie influenzali). Ciò spiega come mai, se si considera il complesso dei decessi dal primo gennaio al 21 marzo 2020, in diversi comuni non si ravvisa un aumento, ma piuttosto una diminuzione del numero dei morti, rispetto al dato medio dello stesso periodo degli anni 2015-2019.

L’incremento dei decessi per il complesso delle cause è, dunque, ravvisabile solo a partire dalla fine di febbraio e dalla prima settimana di marzo ed è concentrato nei comuni del nord e del centro in cui l’epidemia si è diffusa di più. In queste aree si osservano aumenti ragguardevoli non solo nei centri urbani maggiori, ma anche in realtà comunali di dimensioni demografiche più contenute

Riassumendo ulteriormente

Quando c’è stato il primo focolaio Italiano di COVID19 in Italia?

Come tutti sanno, il primo focolaio è stato rilevato il 21 Febbraio del 2020.

Vale a dire che per tutto Gennaio e Febbraio 2020 stavamo bene. Anzi, le condizioni climatiche veramente clementi, unita ad una diffusione inferiore dell’influenza stagionale “normale” avevano portato ad una situazione di benessere rispetto agli anni passati.

Statisticamente parlando, il 2020 era iniziato coi migliori auspici, e siccome la Statistica interpreta i dati e non vede nel futuro, nessuno poteva sapere che Marzo ci avrebbe accolto col disastro.

Ricordate l’esempio che abbiamo fatto? Gennaio e Febbraio sono il tizio a digiuno da due mesi, Marzo è l’ingordo che ingurgita due polli arrosto interi ad ogni pranzo.

Ovviamente, se noi prendiamo il dato di tutto il trimestre e lo spalmiamo su tre mesi, agli occhi della statistica esso risulta ridotto e quindi la Pandemia che stiamo vivendo risulta meno grave.

Ma tenendo conto del dato così come è pervenuto, arriviamo a scoprire che Marzo e l’Aprile che stiamo vivendo non solo sono mesi terribili, luttuosi e dove l’Italia è stata scossa dalla Pandemia, ma stiamo parlando dei soli casi verificati mediante tampone coi dubbi che sappiamo sulle casistiche “sospette”.

In due mesi, come una perversa versione del voto di Alessandro Borghese che può confermare o ribaltare la situazione, la Pandemia da COVID19 ha completamente ribaltato un anno nato con tutti i migliori auspici dell’anno nuovo in un vero e proprio “anno terribile” alle cui conseguenze potremmo porre rimedio, sempre se la promettente sperimentazione vaccinale vada a buon fine, a partire dal 2021.

Non abbiamo quindi bisogno di “statistici della domenica”. Abbiamo bisogno di affrontare la realtà.

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