Monta la rabbia per protezione e scorta a Silvia Romano: smentita la fake news post lancio bottiglia

di Redazione Bufale |

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Monta la rabbia per protezione e scorta a Silvia Romano: smentita la fake news post lancio bottiglia Bufale.net

Si parla molto quest’oggi della presunta protezione e scorta per Silvia Romano, soprattutto dopo il caso a quanto pare confermato riguardante il lancio di cocci di bottiglia verso la sua casa a Milano. Un insostenibile clima di tensione, in parte alimentato anche dagli ambienti politici, come notato ieri con l’attacco di Sgarbi nei confronti della ragazza, per non parlare di quanto avvenuto oggi in Parlamento. Nonostante le scuse giunte in un secondo momento, infatti, ha sollevato un polverone l’approccio di un deputato leghista che l’ha definita “neo terrorista”.

Dal lancio della bottiglia a Silvia Romano sotto scorta e protezione

Andando con ordine, si può dire che le voci hanno preso piede proprio dalle denuncia odierne, dopo il famoso lancio della bottiglia che rappresenta senza ombra di dubbio un elemento di riflessione per gli inquirenti. Come riportato da Tiscali, in questo preciso istante non esiste un programma che preveda protezione e scorta per Silvia Romano, ma è chiaro che si tengano gli occhi aperti e che nei prossimi giorni la situazione potrebbe cambiare. A maggior ragione nel caso in cui sui social la situazione non dovesse migliorare.

Tra fake news e attacchi mirati, infatti, da circa quattro giorni la ragazza di recente liberata dopo un rapimento durato un anno e mezzo è sotto il costante attacco di parte del popolo italiano. Il fatto di essersi convertita all’Islam, l’abbigliamento con cui si è mostrata al nostro Paese dopo il viaggio in aereo e alcune dichiarazioni della diretta interessata hanno fatto il resto. Nulla che in qualche modo possa giustificare questo clima di odio e tensione verso di lei.

In un contesto simile, ha preso piede la voce di Silvia Romano sotto scorta e protezione, facendo arrabbiare non poco coloro che nutrono determinate idee sul pagamento del riscatto per la sua liberazione. Insomma, per l’ennesima volta, tanto rumore per nulla attorno alla ragazza che è stata prigioniera in Kenya per oltre un anno.

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