Migrante morto in mare ritrovato con la pagella in tasca

di Shadow Ranger |

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Migrante morto in mare ritrovato con la pagella in tasca Bufale.net

Una delle scene più strazianti del romanzo Vino e Pane di Silone vede Luigi Murica, giovane ribelle e comunista nell’Italia Fascista costretto ad identificarsi coi suoi documenti scolastici non avendo più accesso ad altri documenti, e neppure ad una dimora: la storia del migrante morto in mare ritrovato con la pagella in tasca narrata da Makkox in una sua fortunata vignetta è a questa assai affine.

La vignetta di Makkox sul migrante con la pagella in tasca

La vignetta di Makkox sul migrante con la pagella in tasca, titolata “Tesori Perduti”

La vignetta è recente, ma la storia risale al al 18 aprile 2015, quando uno degli ormai usuali naufragi nel Mediterraneo ebbe il suo tributo di vittime, ben mille in questo caso di cui quasi nessuna identificata.

A questo punto inteviene a dare catarsi la dottoressa Cristina Cattaneo, medico legale e patologo forense, la quale si dà una missione particolarmente diversa da quella a cui fiction come CSI ci hanno abituato: non già identificare le vittime del crimine violento e cercare indizi per catturarne i colpevoli, ma indentificare le vittime del mare e strapparliai flutti ed all’oblio.

Il lavoro, compensibilmente, richiede mesi, se non anni, e si basa su reperti. Reperti umili, semplici: già in un articolo del 2016 la dottoressa Cattaneo registrò la presenza di qualche documento, tessere di donatori di sangue, titoli di studio, forse per ricordo, forse per poter testimoniare e certificare un proprio curriculum, numeri di telefono, contatti di agenzie o parenti in Europa, qualche capo di abbigliamento inusuale nei climi sahariani ma ritenuto necessario in Europa, come guanti e sciarpe… e in questo caso, una pagella in tasca.

Come abbiamo detto, una pagella in tasca assolve allo scopo di una primitiva identificazione quando non hai altri mezzi per essere identificato (vedasi il nostro precedente articolo al riguardo, ovviamente deriso da chi incapace di empatia vede il mondo come un turpe ed immaginario videogame o pezzo di fiction…), o forse il tentativo di aggrapparsi ad un po’ dell’orgoglio perso nella migrazione per dimostrare agli abitanti del posto dove si andrà a vivere che anche un piccolo migrante può studiare con profitto, che non è il selvaggio con lo smartphone descritto da patriotti somaristi sciocchi e crudeli, ma un ragazzino come tanti.

E ha consentito a Cristina Cattaneo di raccogliere la sua storia, e tante altre, in un volume chiamato Naufraghi senza volto, edito da Cortina Editore, nonché a Makkox di dedicare al ragazzino una vignetta.

Ma ahinoi, vi abbiamo insegnato come esiste una cosa chiamata eterogenesi dei fini: sostanzialmente non tutto va come vorresti. A volte succede qualcosa che ci sconvolge in positivo, a volte, come in questo caso, siamo decisamente sconvolti in negativo, e capita che tra le tante segnalazioni qualcuno ci scriva che qualcun altro gli ha detto che il piccolo 14enne del Mali non esiste, perché la sua storia è raccontata in un libro, e nei libri si raccontano solo le storie inventate, le favole e le fantasie.

Quanto tutto questo sia profondamente sbagliato, dal punto di vista umano, morale e materiale lo troviamo evidente: siamo in una società iperrealista e videodipendente dove solo quello che appare in un messaggio su Facebook, con foto truculente e sanguinolente come un film di guerra o un videogame particolarmente truce è considerato reale, e non c’è spazio per narrazioni più diafane e pacate: devono essere sicuramente false.

E se sono false, sono fantasie, e la stessa società che considera Rosy Abate, Regina della Mafia un personaggio vero a cui telefonare alle 4 di mattina per ordinarle di fermare il crimine e che si nutre di immagini brutali e violente accettandole come una norma della vita, si riscopre un mondo di tanti San Tommaso.

Ma il libro Naufraghi senza volto è in vendita proprio in questi giorni, anche ad un prezzo contenuto, i cui proventi sono destinati alle attività umanitarie del Laboratorio di Antropologia ed Odontologia Forense di Milano da una Cristina Cattaneo che non è un’autrice di fiction, ma una dottoressa di pregio e stimabile.

Potrete anche trovare degli estratti: nel caso di specie vi offriamo solo una selezione dei brani che hanno portato alla vignetta. Il resto no: nessuno è così tirchio da negare 9,99 euro alla carità per togliersi un dubbio.

“Si sentiva che pesava meno degli altri” spiega la Cattaneo. “Era vestito con una giacca simile a un piumino, un gilè, una camicia e dei jeans”. Dall’analisi delle ossa, è emerso che era ancora poco più di un bambino. “Capii subito che stavano guardando il corpo di un adolescente. Le ossa si formano dall’unione di diverse parti più piccole che durante la crescita si fondono. Le loro dimensioni e il loro livello di fusione scandiscono le diverse età”.

Solo dopo che i medici hanno iniziato a svestirlo hanno trovato la pagella. “Mentre tastavo la giacca, sentii qualcosa di duro e quadrato — scrive la Cattaneo. “Tagliammo dall’interno per recuperare, senza danneggiarla, qualunque cosa fosse. Mi ritrovai in mano un piccolo plico di carta composto da diversi strati. Cercai di dispiegarli senza. Lessi: Bulletin scolaire e, in colonna, le parole un po’ sbiadite mathematiques, sciences physiques… Era una pagella. ‘Una pagella‘, qualcuno di noi ripeté a voce alta”.

“Pensammo tutti la stessa cosa. Cioè con quali aspettative questo giovane adolescente del Mali aveva con tanta cura nascosto un documento così prezioso per il suo futuro, che mostrava i suoi sforzi, le sue capacità nello studio, e che pensava gli avrebbe aperto chissà quali porte di una scuola italiana o europea, ormai ridotto a poche pagine scolorite intrise di acqua marcia?”.

E tanto vi basti: piccoli videodipendenti, anatomopatologi da salotto pronti a spergiurare che una valente antropologa forense non possa recuperare un documento da una tasca riposta mentre voi potete, comodamente, recuperare i 50 euro che avete lavato in lavatrice a 90 gradi.

Tanto vi basti per ricordare un 14enne del Mali, e provare un sentimento di vergogna per quello che siete diventati.

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