Lite Juventus-Gazzetta dello Sport su Rugani positivo: la discussione tra Palmeri e Albanese

di Redazione Bufale |

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C’è un giallo oggi 12 marzo a proposito del caso che vede Rugani positivo al Coronavirus. Il giornalista Tancredi Palmeri della Gazzetta dello Sport, infatti, solleva dubbi sulle tempistiche dei controlli e del tampone che ha poi fatto emergere il contagio del difensore della Juventus. Al punto da innescare una risposta se vogliamo ufficiale da parte del club bianconero. Proviamo dunque a ricostruire la vicenda che, tra le altre cose, ha portato al rinvio ufficiale per la sfida di Champions League tra la stessa Juventus ed il Lione in programma la prossima settimana.

La versione ufficiale ci dice che la Juventus ha seguito il protocollo prima di annunciare la notizia di Rugani positivo, il centrale bianconero ha effettuato il controllo in presenza di qualche linea di febbre nella mattinata di ieri. Proprio questo il dettaglio che sta sollevando discussioni e che ha indotto il giornalista della Gazzetta dello Sport a sollevare più di un dubbio sul modo in cui la società bianconera avrebbe gestito la situazione in piena emergenza Coronavirus.

L’accusa di Palmeri dopo l’annuncio di Rugani positivo

In particolare, Palmeri ha pubblicato un tweet con una domanda a suo dire senza risposta in questo momento: “Come è possibile, se nel decreto di 8 giorni fa che consentiva le porte chiuse, si diceva esplicitamente che giocatori e staff dovevano fare tampone preventivo?“. Non si è fatta attendere la risposta da parte di Claudio Albanese, head of communication di Juventus.

Dalla Juventus, infatti, è pervenuta una replica piuttosto pesante nei confronti del giornalista della Gazzetta dello Sport: “Da sempre dedito alla disinformazione, attività quasi criminale di questi tempi“. Anche Palmeri ha poi risposto al suo interlocutore, in attesa del prossimo capitolo di questa vicenda:

Vergognati, con le tue minacce velate e i ricattucci che hanno fatto male morale a gente e giro di redazioni e confederazioni europee. Vuoi che cominciamo l’appello? Twitter non è la sala stampa dello Stadium, dove mi hai gridato davanti a tutti “mi hai fatto incazzare, vedrai“”.

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