Le TAC aumentano il rischio di tumori? Niente allarmismi

Notizia degli ultimi giorno è uno studio scientifico secondo cui le TAC aumentano il rischio di tumori del 5%. Ovviamente, tra i fautori della c.d. “medicina non ufficiale” c’è chi è andato a nozze con la notizia, dimenticando il sottopancia più diffuso sulle notizie che ne parlano.
Ovvero
gli esperti avvertono: le stime sono approssimative, niente allarmismi
Si tratta infatti di stime approssimative e basate su situazioni di abuso dello strumento, quantomeno in ottica della c.d. “medicina difensiva”.
Le TAC aumentano il rischio di tumori? Niente allarmismi
Come ci ricorda la D.ssa Alice Rotelli, lo studio in questione ha stimato che i 93 milioni di esami TC eseguiti su 62 milioni di pazienti nel 2023 potrebbero in futuro causare circa 100.000 casi di tumore. Se le prescrizioni di tale indagine dovessero mantenere questo trend, le neoplasie correlate alle radiazioni da TAC potrebbero quindi rappresentare il 5% di tutte le nuove diagnosi di cancro ogni anno.

Le TAC aumentano il rischio di tumori? Niente allarmismi
Si tratta ovviamente di una stima prospettica e basata sull’ecosistema Statunitense, dove la medicina difensiva (va detto, purtroppo presente anche da noi) ha raggiunto vette assai invasive.
Dicesi infatti “medicina difensiva” la pratica di “abbondare” con gli esami medici, anche non strettamente necessari, non già per avidità, ma per avidità altrui. Ovvero per l’abitudine invalsa (anche per colpa dei vari “guru antisistema”) di presupporre a prescindere che ogni singolo esito terapeutico infausto sia automaticamente un caso di malasanità e debba quindi tracimare in cause legali e richieste economiche in capo al medico.
Medico che quindi sarà tentato dal prescrivere ogni sorta di esame sapendo che, in caso di esito infausto, gli stessi serviranno per provare la sua buona fede ed evitare onerose consequenze economiche (anche se assolto, gli toccherà investire tempo e risorse nella difesa legale).
Nello studio infatti si evidenziano casi di TAC irrogate per infezioni delle vie respiratorie o semplici mal di testa: tutti casi in cui l’esame non servirebbe, ma nello sparuto caso di complicazioni il medico finirebbe suo malgrado accusato di “aver prescritto tachipirina e vigile attesa” e quindi coinvolto in azioni legali.
Si ricorda inoltre che la radiazione di un esame TAC varia in base alla parte del corpo esaminata, al macchinario utilizzato e ai protocolli di scansione. La dose di radiazione è generalmente misurata in millisievert (mSv): può variare da 1-2 mSv per una TC del cranio, a 5-7 mSv per una TC torace, fino a 20-30 mSv per una TAC Total body.
Per confronto, la radiazione naturale media annuale è di circa 2-3 mSv, e l’uso di macchinari più moderni e avanzati può ulteriormente ridurlo. Sostanzialmente, nessun allarmismo.
Foto di copertina: Scanner per Tomografia Computerizzata di Nejron
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