Laura Giuliani comunista grazie al nonno: il portiere della Nazionale femminile chiarisce l’intervista

di Redazione Bufale |

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Laura Giuliani comunista grazie al nonno: il portiere della Nazionale femminile chiarisce l’intervista Bufale.net

Sta girando tantissimo oggi 10 giugno il post di una certa Laura Giuliani comunista. Per chi non lo sapesse, stiamo parlando del portiere titolare della Nazionale femminile di calcio, impegnata nei Mondiali in Francia dopo l’esordio vincente di ieri contro l’Australia. Secondo il post in questione, l’estremo difensore della nostra squadra sarebbe legata a questi ideali politici grazie al nonno, stando a quanto raccontato in un’intervista. Quest’ultimo, con trascorre degli anni, le avrebbe regalato anche la maglia del leggendario portiere Lev Jašin.

Si tratta di una bufala bella e buona, simile a quella che vi abbiamo raccontato ieri in riferimento alla foto di Salvini con la squadra, in cui il Ministro dell’Interno avrebbe preso il posto del capitano Sara Gama, in quanto giocatrice di colore. La bufala su Laura Giuliani comunista è stata alimentata in giornata anche dalla pagina FacebookLa classe operaia va in Paradiso“. Questo il posto incriminato:

Mio nonno è stato fin da ragazzo un membro del Partito Comunista ed un amante del calcio: è cresciuto con il mito del grande portiere sovietico Lev Jašin. Queste sue passioni me le ha entrambe trasmesse: ricordo i pomeriggi passati nei campi di calcio, io in porta e lui che da limite dell’area batteva punizioni insidiosissime; poi si andava in sezione, allora c’era un forte fermento, e si discuteva con i compagni e le compagne come dare nuova linfa al marxismo – leninismo. Sono maturata come ragazza e come donna in questo contesto familiare e sociale; anche se poi sono arrivati i palcoscenici importanti non dimenticherò mai quali sono le mie origini.

Il giorno in cui esordì con il Como 2000, era il 2010, mio nonno, nel post partita, mi regalò una maglia del grande Lev Jašin che ancora conservo gelosamente; mi disse che l’aveva acquistata in un mercatino di Leningrado anni prima e che sapeva che prima o poi sarebbe arrivato il momento di regalarmela. A chi dedico la vittoria di oggi contro l’Australia? A mio nonno, certamente, che purtroppo non c’è più: è grazie a lui se oggi sono qui.

Il giorno in cui l’ho visto per l’ultima volta mi disse: “Laura, tieni sempre a mente ciò che disse Lev Jašin: Giocate a pallone, ma non per diventare professionisti, non per diventare ricchi, ma per fare dello sport”: non dimenticherò mai queste sue parole, io gioco per puro divertimento e so che il mio esempio, di militante comunista, può essere utile alle ragazze ed ai ragazzi per capire che è possibile un’alternativa all’insensata lotta per la sopravvivenza a cui si ispira il sistema capitalista,saremo sempre di più ad essere desiderosi di un mondo che rifiutando il carrierismo sfrenato e la schiavitù del consumismo, metta nel dovuto risalto i più autentici valori dell’umanesimo“.

Puntuale, in serata, è arrivata la smentita su Laura Giuliani comunista. Da chi? Dalla diretta interessata, che ha voluto chiudere la parentesi durata circa 24 ore sui social. Un intreccio tra calcio e politica evitabile, considerando soprattutto il momento storico che viviamo, con strumentalizzazioni (in questo caso sul nonno comunista) che non vanno mai bene:

Oggi è comparso un post su Facebook e su Instagram in cui venivano riportate delle dichiarazioni che erroneamente sono state a me imputate. Tengo a precisare che non ho mai rilasciato alcuna intervista ne’ dichiarazioni di quella portata, oltre al fatto che non ho mai confuso, ne’ mai lo farò, i valori dello sport con altri aspetti della sfera personale“.

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