L’ambasciatrice statunitense in Ucraina arrestata: gabbati i complottisti

di Bufale.net Team |

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L’ambasciatrice statunitense in Ucraina arrestata: gabbati i complottisti Bufale.net

L’ambasciatrice statunitense in Ucraina arrestata: questa la notizia rilanciata su alcuni post social, proveniente da un account Twitter sospeso, originata da un sito di parodia che scimmiotta il linguaggio dei QAnon e filoPutin così bene da finire citato al pari delle “fonti russe” tra le fonti di controinformazione.

Va detto che con quello che abbiamo imparato a conoscere delle Fonti Russe, tra pericolosi mutanti, storie sordide di stregoni che combattono sciamani e “Uomini Occidentali” nei biolabs che creano vaccini possiamo affermare che un sito di parodia si presenta più credibile di diversi ordini di grandezza.

L'ambasciatrice statunitense in Ucraina arrestata: gabbati i complottisti

L’ambasciatrice statunitense in Ucraina arrestata: gabbati i complottisti

Il testo proposto nella condivisione è infatti una traduzione fatta con Google dell’originale del sito parodia “Real Raw News” (tradotto letteralmente “Notizie crude e vere”). Portale che si presenta come “portale di humor, satira e parodia, siamo costretti a dirlo su consiglio dei nostri avvocati“.

La traduzione è infatti tanto imperfetta quanto può esserlo una traduzione meccanica, con il paragrafo sui “White Hats” (gli hacker buoni nella narrativa cyberpunk e per esteso nel gergo informatico) sostituito da una spericolata traduzione in cui un certo “White Hats a Cyber Command” (nome, cognome e città, immaginiamo) ha scoperto che gli ucraini sono tutti pedofili che vivono nei biolabs.

Unendo così il principale cavallo di battaglia dei QAnon con quello delle Fonti Russe. Ovvero le accuse strumentali di pedofilia per i nemici del Trump/Putin da un lato, l’accusa di essere corrotti servitori della NATO, produttori di vaccini e subumani mutanti nazigay tirata dalle Fonti Russe agli Ucraini.

Nonostante l’ovvia natura grottesca e parodistica del testo, Reuters ha contattato comunque l’ambasciata americana. Il responso? La parodia è stata definita un “totale nonsense”.

Sia noi che la testata siamo basiti dal numero ingente di persone (Reuters ne ha censiti decine nella sola America) pronte a credere ad una parodia così grottesca.

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