“La ragazza barese positiva al Coronavirus lavorava al negozio X”
Articolo aggiornato a questo indirizzo.
Come denuncia lei stessa sulla Gazzetta Del Mezzogiorno, la ragazza barese risultata positiva al Coronavirus è oggetto di vessazioni da parte dei condivisori compulsivi. Il tutto è nato dalla notizia dell’esito positivo del tampone effettuato sulla moglie del militare di 29 anni. La donna, in questo momento, si trova in casa in isolamento fiduciario mentre il marito è ricoverato presso il reparto Malattie Infettive. Ciò che preoccupa, in queste ore, è il rincorrersi di messaggi di questo tenore:
La ragazza barese, risultata positiva al Coronavirus ieri, lavorava al negozio di scarpe **** presente al centro commerciale di *********. Chiunque sia andato la settimana scorsa rimanga cautelato!
Lo stesso impegno manifestato nel selezionare l’emoji del punto esclamativo dovrebbe essere impiegato in una riflessione: perché diffondere questo messaggio? Ciò che molti utenti non considerano è che far girare un messaggio del genere corrisponde alla caccia all’uomo di cui abbiamo parlato in questo articolo e in questo editoriale.
La diretta interessata, dunque la ragazza barese di 26 anni risultata positiva al Coronavirus, si è sfogata ai microfoni della Gazzetta del Mezzogiorno.
A preoccuparmi più che la malattia sono i commenti assurdi che sto leggendo a corredo delle notizie che circolano in Rete, frasi di una violenza inaudita senza che si conoscano realmente i fatti. Pensi che ho ricevuto da una collega un audio in cui qualcuno invitava la gente a evitare tutti i luoghi che io e mio marito siamo soliti frequentare. Volevo rassicurare tutti: da quando è tornato a Bari non abbiamo avuto contatti con nessuno, nemmeno con i nostri parenti più stretti.
Qualcuno si è accorto della vettura ospedaliera ed è cominciato il passaparola. Ero molto tesa, temevo in effetti un riconoscimento dopo aver letto insulti e minacce. Del resto, per procedura, gli addetti hanno indossato le tute di protezione una volta scesi dall’auto e prima di entrare. Quindi è stato facile associare la presenza in zona di un caso come minimo presunto. Ora dovrò a maggior ragione rimanere in isolamento domiciliare, ma dal punto di vista della salute sono tranquilla, così come lo è mio marito ricoverato al Policlinico.
Che senso ha diffondere un messaggio del genere? Inoltre la ragazza barese positiva al Coronavirus lavora all’aeroporto di Bergamo. Smettete subito di condividere senza pensare. Impiegate il tempo a informarvi dalle fonti ufficiali e state lontani dai social, almeno per qualche giorno.
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