La Guardia di Finanza al Ministero della Salute, l’inchiesta di Bergamo per il piano pandemico

di Bufale.net Team |

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La Guardia di Finanza al Ministero della Salute, l’inchiesta di Bergamo per il piano pandemico Bufale.net

Un post pubblicato su Facebook riporta la perquisizione della Guardia di Finanza al Ministero della Salute. Le fiamme gialle sono arrivate su delega della Procura di Bergamo e sono al lavoro per l’inchiesta sul mancato aggiornamento del piano pandemico. Gli agenti hanno visitato gli uffici romani del Ministero nelle zone Eur e Trastevere. Le ipotesi di reato sono pandemia colposafalso. Analizziamo insieme le notizie.

Mentre siete “distratti” dalla crisi di governo e dall’attesa dell’ennesimo Dpcm rovinaItalia, accadono cose straordinarie. La guardia di finanza, su ordine della Procura di Bergamo, da qualche giorno compie perquisizioni e sequestri in mezza Italia, alla ricerca della verità e dei piani pandemici segreti.
Hanno portato via, tutti gli apparati elettronici, compresi i telefoni personali, dei più stretti collaboratori del ministro Speranza, alla ricerca della verità, perché a quanto pare, non sono il solo a credere che il virus è stato usato per distruggere il Paese, e compiere una strage di Stato.
Pensate a quando verrà a galla la verità, ed allora tutti quelli che ci additavano come complottisti, dovranno stracciarsi le vesti e rinchiudersi in casa.

Premesso che in questo caso il complottismo è l’ultima delle cose attinenti, nella prima parte del messaggio postato dall’utente sono riportati fatti veri di cui troviamo riscontro anche sulle pagine delle testate nazionali.

La perquisizione

RaiNews, ad esempio, scrive che nella mattina del 14 gennaio, alle 9:30, la Guardia di Finanza è entrata negli uffici dell’Eur e di Trastevere del Ministero della Salute per acquisire tutta la documentazione dal 2006 ad oggi relativa al mancato aggiornamento del piano pandemico e alla sua mancata applicazione all’inizio della pandemia.

Le fiamme gialle hanno fatto visita anche agli uffici di Claudio D’Amario, che oggi occupa il Dipartimento abruzzese della Sanità ma che a inizio pandemia era Direttore alla Prevenzione Nazionale. Due le ipotesi di reato: pandemia colposa falso.

Il piano pandemico aggiornato e il dossier rimosso

Repubblica scrive che il principale nodo da sciogliere interessa quella bozza di aggiornamento del piano pandemico stilata nel gennaio 2020 da parte del Comitato Tecnico Scientifico (CTS). Il pubblico ministero considera l’ipotesi che tale bozza sia stata tenuta segreta probabilmente per non creare panico tra la popolazione.

Attori principali dell’inchiesta sono Ranieri GuerraFrancesco Zambon. Il primo è il direttore generale vicario per le iniziative speciali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e fino al 2017 direttore generale della Medicina di Prevenzione presso il Ministero della Salute. Il secondo è il ricercatore tra gli autori del dossier dell’OMS pubblicato a maggio e rimosso dopo appena 24 ore. Zambon ha riferito di aver ricevuto pressioni da Guerra per rimuovere quel dossier.

Per riepilogare questa prima parte: la Procura di Bergamo ha delegato la Guardia di Finanza per far luce sul mancato aggiornamento del piano pandemico del 2006. In rete era stato pubblicato un dossier firmato dall’OMS di cui Francesco Zambon era uno degli autori, ma Zambon ha affermato che Ranieri Guerra gli avrebbe fatto pressione per rimuoverlo dopo circa 24 ore. Le ipotesi di reato sono pandemia colposa e falso.

Soprattutto, i militari si sono fatti consegnare la documentazione relativa al piano pandemico del 2017 che si ritiene – scrive TPI – sia un copia-incolla di quello del 2006. In poche parole il piano pandemico relativo al Covid-19 non esisterebbe, non sarebbe stato aggiornato e sarebbe un copia-incolla di quello del 2006.

Il piano pandemico in Lombardia e la mancata zona rossa

C’è da aggiungere che le Fiamme Gialle hanno fatto visita anche agli uffici dell’ATS di Bergamo, di Seriate e della Regione Lombardia e i militari hanno chiesto la consegna di tutta la documentazione cartacea ed elettronica. La Procura di Bergamo vuole far luce sulla mancata zona rossa nella val SerianaEco di Bergamo aggiunge che l’inchiesta include “l’anomala chiusura e riapertura del pronto soccorso di Alzano Lombardo e i molti morti nelle RSA della bergamasca”.

Per far luce sul piano pandemico regionale e nazionale i pm hanno convocato, il 19 e il 20 gennaio, alcuni tecnici del Ministero della Salute tra cui Giuseppe Ruocco Francesco Maraglino in qualità di persone informate sui fatti. Al momento non ci sono indagati.

Come riporta Il Fatto Quotidiano le indagini sono partite anche grazie alle ripetute segnalazioni del comitato Noi Denunceremo. Il conduttore televisivo Sigfrido Ranucci ha riassunto la vicenda in un post pubblicato il 14 gennaio su Facebook:

Questa mattina intorno alle 9:30 la Guardia di Finanza si è presentata presso gli uffici romani del Ministero della Salute a Trastevere e all’Eur su mandato della Procura di Bergamo per acquisire tutta la documentazione dal 2006 ad oggi sul mancato aggiornamento del piano pandemico e sulla sua applicazione all’inizio della prima ondata Covid-19. Risultano in corso accessi anche agli uffici di Claudio D’Amario, oggi al Dipartimento sanità abruzzese ma Direttore della Prevenzione nazionale a inizio epidemia, e della ASST di Bergamo. Le ipotesi di reato sono epidemia colposa e falso.
In concomitanza con le convocazioni in Procura di numerosi dirigenti del Ministero e dello stesso ministro Speranza, avvenute negli scorsi giorni, segnali di nervosismo circolavano a Lungotevere Ripa: alcuni osservatori hanno letto l’indicazione ministeriale del 2009 come prima data di aggiornamento del piano pandemico, trapelata con una bozza confidenziale, come un modo di scaricare le responsabilità su Ranieri Guerra, ex DG Prevenzione e oggi numero due dell’OMS. A sua volta Ranieri Guerra aveva detto all’AGI che il governo già nei primi mesi del 2020 aveva a disposizione un Piano anti-Covid, smentendo il CTS che aveva parlato di semplici scenari. Fonti interne raccontano di una frenetica attività durante le feste natalizie per redigere un nuovo piano pandemico.
L’acquisizione di documenti interni e riservati potrebbe portare a una svolta nelle indagini e fare luce su quanto accaduto nelle prime settimane del 2020, inchiodando i responsabili di eventuali mancanze.

Conclusioni

L’indagine esiste ed è riportata sulle testate nazionali, ma bisogna precisare che per il momento non ci sono indagati. La Procura di Bergamo ha inviato i militari all’ISS, al Ministero, in Regione Lombardia e all’ATS di Bergamo per far luce sia sul piano pandemico regionale che su quello nazionale, soprattutto per avere risposte sul mancato aggiornamento del documento del 2006 e sulla gestione dell’emergenza in termini di rapporti e chiusure. Le indagini sono attualmente in corso e i magistrati potrebbero convocare anche il ministro Speranza.

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