Precisazioni

La foto de La Stampa su “La Carneficina” è stata scattata a Donetsk, il direttore risponde alle polemiche

Le polemiche sulla foto de La Stampa su “La Carneficina”, pubblicata in prima pagina dell’edizione di ieri mercoledì 16 marzo, non si placano. Ciò che è accaduto, in sostanza, è che il quotidiano piemontese ha messo in prima pagina una foto che mostra un uomo anziano con le mani sul viso, circondato da cadaveri. Uno scatto che fa pensare subito alle conseguenze di un attacco russo contro l’Ucraina, specialmente perché nelle colonne che affiancano la copertina si parla di LeopoliKiev.

La foto

Questa prima pagina è reale ed è stata pubblicata anche sui canali ufficiali de La Stampa. Da subito sono partite le proteste, con altre testate – Il Fatto Quotidiano, ad esempio – che hanno fatto notare che l’immagine riportata in copertina non mostra Leopoli né Kiev. Contro La Stampa si è accanito anche Nicola Porro in un suo articolo.

Come riportano anche i colleghi di Butac in un articolo di oggi, l’immagine con l’uomo anziano disperato in mezzo ai cadaveri non è stata scattata a Leopoli né a Kiev, bensì a Donetsk, capitale dell’omonima regione del Donbass di cui la Russia ha riconosciuto l’indipendenza dall’Ucraina.

Ricordiamo che due giorni fa un missile ha colpito la città ed è subito cominciato un rimbalzo di responsabilità. I Russi, sostanzialmente, riferiscono che quel Tochka-U che ha colpito Donetsk sia stato lanciato dall’Ucraina, che respinge l’accusa. Reuters fa notare che le autorità russe non hanno ancora fornito elementi che provino le responsabilità di Zelensky. Il bilancio è di 20 morti. Secondo l’intelligenze ucraina si sarebbe trattato di una provocazione da parte dei russi.

Sostanzialmente parliamo di uno scenario un po’ meno scontato rispetto a ciò che accade in Ucraina per opera della Russia, per questo la foto scattata a Donetsk (in questa ricerca troviamo altre prospettive) e usata da La Stampa in una copertina in cui si fa riferimento a Leopoli e Kiev ha scatenato indignazione.

La replica del direttore

Il direttore de La Stampa Massimo Giannini è stato ospite ieri sera a Otto e Mezzo, format condotto da Lilli Gruber su La7. Incalzato dalla conduttrice e collega, che lo ha introdotto per l’“informazione non corretta” della sua prima pagina, ha esordito dapprima riflettendo sugli orrori delle immagini che vediamo ogni giorno e infine, messo alle strette dalla Gruber, ha spiegato:

“L’altro ieri, quando è successa la strage dei 20 civili a Donetsk, è scoppiato il rimpallo delle responsabilità. Noi sul giornale di ieri abbiamo fatto una pagina intera per raccontare questa strage e questo rimpallo di responsabilità tra russi e ucraini.

“Questa mattina – ieri sera, in verità – abbiamo deciso di mostrare di nuovo il puro orrore della guerra. Abbiamo titolato ‘la carneficina’ senza attribuirla, proprio per questa ragione, né ai russi né agli ucraini.

“Dov’è la disinformazione? Chi ha disinformato? Questa è la guerra, chiunque sia stato a combinare quell’eccidio, noi ve lo mostriamo. Può piacere o non piacere, basta che non si dica che è disinformazione”.

Secondo le sue dichiarazioni, quindi, la foto de La Stampa su “La Carneficina” voleva appunto rappresentare una carneficina senza necessariamente attribuire quei morti alla Russia o all’Ucraina. Vi invitiamo a visionare il servizio seguente dal minuto 4:30 circa.

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