Ci segnalano i nostri contatti l’articolo di una nota testata che parla di un teschio che conosciamo bene con questi accenti: un teschio come simbolo della protesta Pro Flotilla: libertà con minaccia di morte e terrore. Se questo è il pacifismo.
Vogliamo rassicurare i lettori: non c’è niente di più pacifico del teschio dei Mugiwara, la Ciurma di Cappello di Paglia.
Ne abbiamo già parlato in un articolo in cui cui ironizzavamo sul fatto che la bandiera dei Cappello di Paglia stesse “terrorizzando l’Indonesia”, ed in effetti il simbolo del manga One Piece è diventato un simbolo di libertà mondiale.
Per capirlo dobbiamo tornare alla cosmogonia dell’opera, ci si perdoni con qualche piccolo spoiler.
One Piece è un manga scritto e disegnato da Eiichirō Oda, serializzato sulla rivista Weekly Shōnen Jump di Shūeisha dal 22 luglio 1997, diventato poi una serie animata di successo ed una serie Netflix che racconta le avventure di Monkey D. Luffy, citando la narrazione italiana “Un ragazzo divenuto di gomma dopo aver mangiato il Frutto Gum Gum”.
La Ciurma di Cappello di Paglia terrorizza anche l’Italia (ma non dovrebbe)
Monkey D. Luffy nella storia è un giovane che vive nel Regno di Goa, in un mondo distopico dove per una serie di motivi esplicitati solo nelle battute finali della storia la Terra è ora una distesa di mare e isole sporadiche governate dal malvagio Governo Mondiale, venti famiglie di crudeli tiranni (con una delle famiglie in realtà rivelatasi buona e pronta ad aiutare Luffy) che in un tempo lontano hanno preso il controllo della storia dell’Umanità stessa fondando un governo unitario dove pochi nobili affamano, tiranneggiano e riducono il popolo alla fame e la schiavitù e la Marina Militare, un tempo simbolo di giustizia, ora serve per difendere i Nobili Mondiali e giustificare i loro appetiti.
All’inizio della storia Gol D. Roger, il Re dei Pirati, condannato al patibolo rivela di aver scoperto un grande tesoro, One Piece, che contiene “Fama, ricchezza, potere e tutto quello che questo mondo ha da offrire”, nonché la verità sulla storia cancellata dai crudeli Nobili Mondiali, e il giovane Luffy, assieme ad una nuova generazione di Pirati, decide che troverà quel tesoro per realizzare i suoi sogni di pace e libertà.
Citando la narrazione della sigla, Luffy si procurerà un veliero di pirati, veramente scatenati, una ciurma irresistibile, raccogliendo una serie di emarginati (Zoro il “Cacciatore di Pirati”, uno spadaccino alla ricerca della perfezione nella “Tecnica delle tre spade”, Nami la Gatta Ladra, una cartografa ridotta in schiavitù da pirati malvagi ed ora liberata, il “Divino” Usopp, abile cecchino dalla personalità incline alle tarasconate, Tony Tony Chopper, renna che ha acquisito intelletto umano e la capacità di esercitare la medicina, Sanji “Gambanera” Vinsmoke, erede designato di un regno di scienziati crudeli e senz’anima che ha rivendicato invece la bontà e la generosità per diventare un galante cuoco che libererà il mondo dalla fame, Nico “La Figlia dei Diavolo” Robin, valente archeologa e assassina perseguitata per le sue conoscenze storiche, Brooke “Il Re del Soul”, uno scheletro rianimato che un tempo fu pirata e cantante, Franky il Cyborg, un capomastro e carpentiere che ha costruito la nave della ciurma e ricostruito il suo corpo in una potente macchina da guerra, ma conservando un cuore generoso e Jinbei il Cavaliere del Mare, timoniere di un popolo perseguitato dal Governo Mondiale) coi quali progetta di salvare il mondo e trovare la vera libertà.
In tutta la serie animata Luffy ha un computo di vittime pari allo zero: Luffy non uccide.
Ad un certo punto della storia, nella quale gli esseri umani ricevono superpoteri dopo aver mangiato dei frutti misteriosi, i “Frutti del Diavolo”, Luffy peraltro scopre che il Frutto Gum Gum era in realtà il Frutto di Nika il Dio Degli Schiavi: compatibilmente con il suo ideale, un mitico dio dal corpo di gomma noto perché Amava la libertà, la donava agli schiavi e la toglieva ai malvagi, faceva le cose a modo suo, ed era il Guerriero della Liberazione pronto a donare sorrisi a tutti.
Frutto passato a Luffy attraverso l’altrettanto mitologico JoyBoy, il Primo Vero Pirata della Storia che nel mitico passato cancellato dal Governo Mondiale cercò, e fallì, di fermare il Governo Mondiale lasciando la sua promessa e i suoi poteri ad un ragazzo in grado di sorridere.
Immagine della Ciurma di Cappello di Paglia
Luffy in migliaia di episodi della serie non ha mai ucciso direttamente (anche se in alcuni casi alcuni suoi nemici hanno causato loro stessi una catena di eventi che li ha portati alla distruzione, come gli “Imperatori” Kaido e Big Mom, rifiutando di accettare la sconfitta del loro ideale malvagio) ed ha sempre attirato a sé le persone di buona volontà fino a creare una Grand Fleet, un gruppo di pirati buoni (cui rifiuta di dare ordini) pronti a sventolare la bandiera di Cappello di Paglia per portare cibo, consolazione e gioia a chi l’ha persa.
Lo stesso teschio infatti non ha un ghigno spaventoso, ma un sorriso, e il Cappello di Paglia è il dono di uno degli altri pirati “buoni” del setting, Shanks il Rosso, che in realtà glielo ha ceduto “in prestito permanente” sperando che il giovane Luffy sbocciasse in un vero uomo degno di solcare i mari, e sorpreso egli stesso di averlo visto diventare un donatore di libertà.
Per questo ogni volta che le piazze percepiscono che da qualche parte nel mondo un Governo tirannico sta opprimendo il popolo, la piazza invoca non “un volto minaccioso”, ma il Guerriero della Liberazione la cui arma è un sorriso da spegnere sul viso dei malvagi non uccidendoli, ma costringendoli a vedere quel sorriso crescere sul volto delle loro vittime.
Lo stesso Luffy, “il ragazzo Capitano, che nel cuore è un veterano” è una contraddizione vivente: oltre ad essere l’ultima incarnazione del Dio della Liberazione, è anche nipote di un famoso ViceAmmiraglio della Marina che perseguita lui e di suoi cari e figlio di un ribelle tradizionale, Dragon il Rivoluzionario, capo di una Armata Rivoluzionaria pronta a combattere contro il Governo Mondiale e il suo stesso padre con la forza.
Ma Luffy è diverso: col suo corpo di gomma e mosse da cartone animato vivente, il Guerriero della Liberazione combatte col sorriso..
Una risata vi seppellirà, dicevano i sessantottini, che non immaginavano sarebbe stato il riso di Luffy, il Guerriero della Liberazione.
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