In Australia somministrano mRNA alle mucche: teorie spericolate

di Bufale.net Team |

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In Australia somministrano mRNA alle mucche: teorie spericolate Bufale.net

Ci segnalano i nostri contatti una bizzarra teoria per cui in Australia somministrano mRNA alle mucche. Una teoria questa che ricorda da vicino la fake news dei vaccini obbligatori somministrati al bestiame indiane con lo scopo di ucciderlo.

In questo caso però la teoria di fonde alla teoria desueta dello “spargimento virale”, quello per cui i vaccini sarebbero a loro volta contagiosi e i novax dovrebbero astenersi dai contatti coi vaccinati per paura di essere “vaccinati a loro insaputa” o entrare in contatto con elementi del vaccino liberati dal corpo dei vaccinati.

In questo caso non di vaccinati si tratta, ma di mucche, in un testo “flusso di coscienza” che si presenta con le vesti di una leggenda metropolitana vintage.

Si tratta di una lettera aperta ad un portale americano (Before the News), tradotta e riportata con mezzi di traduzione automatica che comincia con “Una amica mi ha informato che oggi il suo vicino…”.

Come per ogni Leggenda Metropolitana di un tempo, c’è sempre un amico che riceve da qualcuno una confidenza indimostrata.

La confidenza in questo caso è che l’amico allevatore australiano avrebbe vaccinato forzosamente 200 armenti, di cui 35 sono morti e i rimanenti hanno prodotto latte e prodotti caseari contaminati dai vaccini.

Come abbiamo avuto modo di dire con la teoria dello spargimento virale, vorremmo che le cose funzionino così, ma non accade.

In Australia somministrano mRNA alle mucche: teorie spericolate

Immaginate se davvero fosse possibile vaccinare una sola persona in tutto il mondo, o addirittura animali da latte, pascolo o macello, e mandare il singolo vaccinato o i prodotti caseari di una singola ditta in giro per il mondo.

Non ci sarebbero più problemi con nazioni emergenti in attesa di dosi di vaccino ancora necessarie, non avremmo avuto i problemi con l’iniziale scarsità di vaccini al principio della campagna di immunizzazione, non dovremmo organizzare hub e campagne vaccinali.

Manderemmo qualcuno in giro a stringere mani e sconfiggeremmo ogni pandemia con un paio di dosi, una tazza di latte e una bistecca.

In realtà come al solito una fake news nasce da una corruzione della realtà. Il 27 Settembre Tiba Biotech, ditta del settore farmaceutico, ha annunciato di aver stretto una partnership con lo Stato del Galles del Sud allo scopo di produrre, nei prossimi mesi, vaccini contro la dermatite nodulare contagiosa e l’afta epizootica, entrambe tornate con forza nel panorama dell’allevamento Australiano con gravi danni.

Questo, e il fatto che il Governo Australiano confida di avere i primi vaccini intorno ad Agosto 2023 può bastare a confermare che nessuna vaccinazione obbligatoria del bestiame può essere cominciata, non essendovi il vaccino che si sarebbe dovuto usare.

Cosa confermata ad AFP da rappresentanti dello stesso Governo, che confermano espressamente di non poter aver imposto vaccinazioni perché la sfida è produrre un vaccino.

La “fonte” dell’articolo è quindi una “lettera aperta” inviata ad un portale in lingua inglese di “giornalismo dal basso” definito come inaccurato, inaffidabile e latore di notizie legate ad ambienti alt-right e spesso antivaccinisti, proprio per la forma prescelta di “raccogliere contenuti dal basso”. Dove i contenuti inviati vengono pubblicati senza filtro o controllo, si può annidare l’errore.

L’mRNA non è contagioso

Converrà infatti ricordare quanto già anticipato: l’mRNA non è contagioso. I vaccini non sono “contagiosi”. Come ha spiegato ai colleghi di FactCheck.org John Wherry, direttore dell’Istituto di Immunologia dell’Università della Pennsylvania presso la Perelman School of Medicine, una volta che l’mRna è entrato in una cellula, questo non si diffonde nelle altre cellule, ma trasmette le istruzioni per la produzione di anticorpi contro il virus e viene «rapidamente scomposto e lascia l’organismo».

Del resto, l’mRNA o RNA Messaggero esiste in ogni forma di vita: non mutiamo il nostro DNA ogni volta che mangiamo bistecche.

Di questo fact checking si sono occupati anche i colleghi di Facta.

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