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Il mercato dell’odio online passa anche dallo slop “Non sono bella come i VIP, datemi i like”

Siamo all’ennesima segnalazione di un post social con una sorridente fanciulla dall’umile mestiere che dichiara “non sono bella come i VIP ma merito dei like”. Post innocente? Forse, ma neanche troppo.

Il mercato dell’odio online passa anche dallo slop “Non sono bella come i VIP, datemi i like”

Si tratta di slop, post generato con AI a basso costo per ottenere facile viralità, sospeso sulle ali dei bot e dei soggetti che si riesce a indignare spingendoli ai “due minuti di Odio” descritti da Orwell.

Perché ormai sui social odiare conta di più che amare, e se in un contenuto inviti gli utenti a congregarsi per insultare un ricco o famoso, il piano funzionerà sempre.

Il mercato dell’odio online passa anche dallo slop “Non sono bella come i VIP, datemi i like”

Il meccanismo è sempre lo stesso: si crea un’immagine con AI usando come prompt, istruzioni per l’uso, l’immagine di un giovane bello e sorridente intento in una attività assai umile, in questo caso la pastorizia.

Creata l’immagine, che secondo SightEngine è falsa al 99% e generata mediante Stable Diffusion XL, si passa a condividerla a nome del personaggio inventato, che si lamenterà invariabilmente che dei VIP nominati a caso ricevono più like dello stesso.

Risultati dell’analisi

In questo caso è evidente che la foto è del tutto generata, senza neanche partire “da una base reale”: potevamo semplicemente studiare la foto ad occhio, ed avremmo trovato alcuni tratti salienti.

Le irregolarità nella foto

La figura femminile ha arti e naso distorto, la scritta sulla sua maglietta è deforme (come abbiamo visto in casi simili, le AI generative confondono i testi con disegni, deformandoli), l’orecchio della figura è distorto con capelli che si competenetrano con la carne e sullo sfondo ci sono mucche siamesi altrettanto deformate

Si tratta indubitabilmente di una foto creata con AI. L’obiettivo? Suscitare una valvola di sfogo e odio virale verso i famosi, resa possibile dal fatto che il profilo che ha diffuso la foto è una “spunta blu”, quindi latore agli occhi dell’utenza media di una fama di veridicità nei fatti inesistente.

Un caso simile, ottenuto senza AI, è quello dello “sposo Texano”, un utente che dopo aver per mesi creato su TikTok un personaggio amabile e buono, un umile lavoratore che si occupa con premura del fratellastro minorenne, ha raggiunto la fama e la viralità riconvetendo al volo il suo personaggio in un ricco e arrogante neosposo che voleva 400 Euro per accedere alle sue nozze miliardarie, ottenendo così l’odio di chi era pronto “ad attaccare il VIP”

Odiare sui social fa più click che amare: non cascateci.

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