Il falso mito degli “stili di apprendimento”: non sottovalutate la mente umana
Esiste un ricorrente falso mito legato al cervello ed all’educazione, quello degli “stili di apprendimento”. Ovvero l’idea che diverse persone apprendano mediante diversi canali, quindi si possa trasformare radicalmente l’apprendimento di un giovane passando ad esempio da mezzi sonori a mezzi visivi.
Sostanzialmente alcuni studenti apprendono ascoltando, altri leggendo, altri guardando immagini e così via e l’insegnante deve solo “trovare la chiave”.
Ma ovviamente non è così.
Il falso mito degli “stili di apprendimento”: non sottovalutate la mente umana
Siamo infatti nel pieno territorio “dell’aneddotica tramandata”: si fa così perché generazioni di genitori e insegnanti si sono convinti che sia così, esattamente come la storia del “10% del cervello che noi usiamo” ha ispirato film come Limitless e altre mitologie che promettono di “mettere il turbo” ad un cervello sottoutilizzato e trasformare chiunque in un genio “sbloccando il suo potenziale”.
Mitologie che sottovalutano una cosa: non stiamo dicendo che ci siano “studenti incapaci” verso i quali niente è possibile, stiamo anzi dicendo il contrario. Il cervello è qualcosa di così stupendamente ben congegnato che non ha bisogno di “trucchi miracolosi” per sbloccare il suo potenziale.
Non esistono formule magiche per “usare più del 10%”: lo usiamo già al massimo. Non esistono “canali preferenziali” da sbloccare: il nostro cervello domina e controlla ogni giorni gli impulsi provenienti da tutti i sensi a disposizione del corpo.
Illustri pedaoghi hanno esaminato la mitologia degli stili di apprendimento, scoprendo che essa è, appunto, una mitologia.
Mitologia basata su una immagine del cervello tradizionale come “suddivisa per aree” con alcuni studenti con aree più “dotate di altre”. In realtà il cervello è una meravigliosa macchina interconnessa dove ogni funzione coopera con l’altra.
Persino il dislessico trarrà enorme giovamento, ed abbiamo visto, non dall’abbandono della scrittura ma da mezzi per rendere la stessa più agevole, come particolari caratteri tipografici usati spesso anche nella stampa per il fanciullo (come Topolino).
Il cervello è un mezzo meraviglioso: dategli credito.
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