I vaccinati hanno più possibilità di contagiarsi e morire? No, è il “Paradosso di Simpson”

di Bufale.net Team |

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I vaccinati hanno più possibilità di contagiarsi e morire? No, è il “Paradosso di Simpson” Bufale.net

Siamo ultimamente subissati di diversi testi per cui i vaccinati hanno più possibilità di contagiarsi.

“Dati statistici”, come il famoso “dato israeliano” e altri che sembrerebbero dimostrare che i “vaccinati hanno più possibilità di contagiarsi”.

Dati che abbiamo affrontato, e sono basati su due aberrazioni, ovvero deformazioni del dato, tipiche della statistica.

Il Paradosso di Simpson e il Paradosso del Sopravvissuto.

I vaccinati hanno più possibilità di contagiarsi e morire? No, è il “Paradosso di Simpson”

Ne abbiamo già parlato ai tempi del “dato di Israele”, ma ripetere giova.

I dati statistici parlano di una riduzione consistente del rischio pari ad un intero ordine di grandezza.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità. Secondo questi dati, il vaccino, se somministrato in modo completo (quindi dopo 2 dosi, se richiesto dal tipo di vaccino):

  • riduce le diagnosi di Covid-19 di oltre l’88%
  • riduce le ospedalizzazioni del 94%
  • riduce gli ingressi in terapia intensiva del 97%
  • riduce i decessi del 96%.

Si parla appunto di un ordine di grandezza.

In una ipotetica comunità promiscua, con vaccinati e non vaccinati ogni dieci persone non vaccinate un vaccinato si ammalerà.

Di questi malati dieci ammalati non vaccinati che finiscono in ospedale grossomodo un vaccinato lo seguirà.

Di questi ospedalizzati, ogni dieci malati in terapia intensiva non vaccinati uno solo (se non meno) vaccinato lo seguirà.

Capirete come a questo punto già il rischio di malattia grave sia una variabile infima, e il rischio di morte enormemente abbattuto.

Questo però se guardiamo i dati a monte, ovvero usando come campione di riferimento tutta la popolazione complessiva.

Perché il Paradosso del Sopravvissuto si attiva se guardi invece la popolazione a valle.

Il Paradosso del Sopravvissuto

Ipotizziamo che scoppi un grande conflitto mondiale, teoria da cui prende il nome il paradosso del sopravvissuto.

Se noi vediamo gli effetti della guerra dal punto di vista di chi parte, vedremo che la guerra è una cosa orribile perché molti giovani partono e moltissimi tornano morti o invalidi.

Ma se invece analizziamo solo il gruppo di chi torna, potremmo essere portati a ritenere che la guerra sia una cosa bellissima, che nessuno muore in guerra e i combattenti sono tutti guerrieri immortali destinati alla gloria ed all’onore, incoraggiati a partire.

Proprio perché sappiamo che i vaccini, nessun vaccino in verità non azzerano il rischio del contagio, ma lo riducono di molto (in questo caso di un ordine di grandezza a profilassi completata) i vantaggi sono visibili prendendo a riferimento la popolazione totale.

Prendendo a riferimento la popolazione in ospedale, troveremo entrambe le categorie, vaccinati e non, negli ospedali, proprio perché essendo ormai il vaccino enormemente diffuso nella popolazione imbattersi in quel 10% circa di non responder e contagiati diventa possibile.

E qui passiamo al secondo paradosso, il Paradosso di Simpson

Il Paradosso di Simpson

Come ci ricorda Quifinanza, in statistica, il paradosso di Simpson indica una situazione in cui una relazione tra due fenomeni appare modificata, o perfino invertita, dai dati in possesso a causa di altri fenomeni non presi in considerazione nell’analisi (variabili nascoste). È alla base di frequenti errori nelle analisi statistiche nell’ambito delle scienze sociali e mediche, ma non solo.

Un esempio cardine è esaminare una ipotetica popolazione nella quale la generazione più giovane ha un enorme numero di laureati, quelle più anziane no.

Si dovrebbe supporre che il laureato abbia più possibilità di entrare nel mondo del lavoro, e laurearsi sia un ottimo modo per assicurarsi un lavoro.

Ma siccome gli anziani hanno saldamente occupato tutti i posti di lavoro nella collettività e non hanno intenzione di lasciarli fino all’età pensionabile, una semplice e “cieca” analisi statistica potrebbe portare a ritenere le lauree inutili e pensare che le imprese cerchino solo personale non qualificato.

Quando, semplicemente, i giovani laureati non sono impiegati perché il mercato del lavoro è temporaneamente ipersaturo.

Il dato Israeliano, come moltre analisi ha quindi due vizi legati ai due paradossi: i dati presi “in ospedale” comprenderanno vaccinati e non, e tutte le campagne vaccinali del mondo sono cominciate dai soggetti fragili.

Soggetti tra cui, per definizione, la percentuale di non-responder è più alta e per questo andrebbero vaccinati in massa e con particolare attenzione.

Parliamo insomma di due ordini di aberrazioni statistiche che non dimostrano affatto che i “vaccinati hanno più possibilità di contagiarsi e morire”, bensì il contrario.

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