I richiedenti asilo vogliono avere Sky. Scatta la protesta

di Luca Mastinu |

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I richiedenti asilo vogliono avere Sky. Scatta la protesta Bufale.net

Il 10 agosto 2018 avevamo risposto alla richiesta di verifica su una notizia pubblicata il giorno prima dal Giornale di Vicenza, nella quale si parlava di una protesta messa in atto da un gruppo di richiedenti asilo ospitati dal Centro Culturale San Paolo di Via Carducci. Secondo il quotidiano vicentino, 20 richiedenti asilo si erano recati presso la questura per protestare contro il COSEP, la cooperativa che gestisce il centro culturale, e tra le richieste veniva indicato anche l’utilizzo dei canali Sky.

Riepilogo

Le proteste dei richiedenti asilo erano state messe in atto con un sit-in alle ore 14 di lunedì 6 agosto 2018, e il Giornale di Vicenza fu la prima testata a occuparsi del caso. Le altre testate nazionali (Il GiornaleCorriere della SeraSecolo d’Italia) avevano ripreso la notizia. Un giornalista de Le IeneRepubblica, però, aveva verificato la notizia rivolgendosi a 3 fonti: la Questura gli aveva comunicato che non era al corrente delle istanze presentate dai contestatori e che dunque avrebbe dovuto contattare la Prefettura; al telefono con il vice capo di gabinetto della Prefettura, il giornalista aveva appreso che le richieste per l’abbonamento Sky erano emerse solamente dai giornali, in quanto a loro risultava che i richiedenti asilo stessero solamente presentando istanza per i certificati di residenza; l’articolista del Giornale di Vicenza, contattato dal giornalista come ultima fonte, aveva riferito di aver ottenuto le informazioni da una fonte che non poteva rivelare.

Alla luce di una fonte anonima e non verificata dalle altre testate, avevamo usato il tag “nessuna fonte“.

La notizia era vera

Nelle ultime ore Il Giornale Di Vicenza ha pubblicato un aggiornamento sul caso. Con un articolo del 20 luglio 2019 ci informa sulle novità con un breve riepilogo.

A seguito dell’intervento del giornalista che aveva contattato questura, prefettura e redazione del quotidiano vicentino, la testata era stata accusata di cattivo giornalismo. Per questo erano stati presentati degli esposti e consegnate segnalazioni all’Ordine dei Giornalisti del Veneto, che aveva attivato il Consiglio di Disciplina territoriale per accertare eventuali responsabilità con la possibilità di sanzionare l’autore del servizio.

A un anno di distanza, scrive Il Giornale di Vicenza, è arrivata una comunicazione da parte del Consiglio di Disciplina composto da Silvio TestaEnzo Bon e Caterina Colucci, rispettivamente presidente, segretario relatore e consigliere. Il procedimento, secondo la comunicazione, è stato archiviato e nel giornalista del Giornale di Vicenza non sussiste una responsabilità disciplinare. Nella comunicazione, inoltre, viene citata una nota dell’allora questore di Vicenza Giuseppe Petronzi:

Risulta che gli ospiti della struttura abbiano intrapreso uno stato di agitazione in relazione alla qualità dei servizi offerti dalla cooperativa da venerdì 3 agosto 2018, in relazione al quale, nella medesima giornata, è intervenuto sul posto personale dipendente. In seguito, lunedì 6 agosto, un gruppo dei medesimi ospiti si presentava presso questa questura per esprimere le loro richieste. Della vicenda, nel suo complesso, è stata informata la competente autorità giudiziaria. In ogni caso, consta che, fra le rivendicazioni, vi fosse anche l’accesso a piattaforme televisive (Sky).

Si aggiunge, inoltre, una nota del colonnello Alberto Santini:

Al termine di una riunione tecnica di coordinamento (ritengo fosse quella del 7 agosto 2018) ho sentito da parte di uno dei partecipanti affermare come tra le proteste dei richiedenti asilo, ospitati al centro culturale San Paolo, vi fosse quella di potere disporre dell’abbonamento a Sky.

Il Consiglio ha dunque ritenuto che la notizia fosse vera, e che:

L’articolo in questione, alla luce delle testimonianze prodotte, sia l’effettiva cronaca dei fatti accaduti, aventi una indubbia notiziabilità in ragione della particolare e inusuale richiesta fatta dai migranti alla questura e che pertanto la notizia sia confermata. L’articolo non contenga notizie non vere, che le stesse notizie siano state verificate, anche da fonti che il giornalista, per ovvi motivi, non rivela, che non si ravvisano quindi elementi che possono far ritenere l’articolo segnalato un elemento di diffusione di informazioni imprecise, sommarie o distorte riguardo a migranti o richiedenti asilo.

La conferma trova riscontro anche sul Giornale. L’ODG del Veneto, dunque, dopo le opportune verifiche ha confermato l’attendibilità delle notizie riportate, soprattutto con l’intervento del colonnello Santini e con il questore Petronzi.

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