I Gruppi Telegram di vendita Green Pass e tamponi falsi: il lucro (illegale) intorno al complotto
Ci avviciniamo alla scadenza della fatidica mezzanotte tra 5 e 6 Agosto, e fioccano continue le segnalazioni di Gruppi Telegram di vendita Green Pass e tamponi falsi.
Non dovremmo ricordarvi per la terza volta, la prima qui e la seconda qui che stiamo parlando di qualcosa di evidentemente illegale.
Non dovremmo ricordarvi che oltre alle sanzioni per chi è sprovvisto di Green Pass (e parliamo dai 400 euro in su) in questo caso scatta la falsità in atti.
Ma vedete, i Gruppi Telegram di Vendita Green Pass e tamponi falsi dimostrano una sola cosa. Dietro il complotto, da sempre c’è una intera macchina da denaro pronta a spellare adeguatamente chi si crede lupo tra le pecore e in realtà è più pecora di tutti.
Testate specialistiche nel settore hanno già parlato di come sostanzialmente il complottismo fa guadagnare i complottisti.
A volte portando visualizzazioni, inserzioni e monetizzazioni, altre volte promuovendo interi indotti di servizi legati alla teoria del momento. Col Washington Post ad esempio pronto a ricordare che anche nel 2019 pre-pandemico esisteva un mercato di supplementi vitaminici venduti come alternative alle vaccinazioni.
In questo caso, se il novax medio teme di essere tagliato fuori dalle agevolazioni che i detentori di Green Pass hanno, la soluzione è vendere loro un documento falso.
Naturalmente, anticipando le restrizioni su alberghi e trasporti ancora da venire per “invogliare” il pubblico a casa a comprare.
I rischi dei Gruppi Telegram di vendita Green Pass e tamponi falsi e l’immoralità dell’acquirente
Ovviamente, ci sono rischi sia per il venditore che per l’acquirente, ma l’acquirente, sentendosi furbo e fomentato dal complotto non ne ha percezione alcuna.
In questo caso la frode di fonde col Phishing: l’aspirante detentore di un documento falso dovrà, ovviamente condividere i suoi dati personali con un falsario che non gli darà alcuna garanzia sul non usarli per furti di identità o altre attività illegali.
Una volta ceduti, i dati personali non tornano indietro, ed è ironico che proprio il pubblico di riferimento che minaccia querele e denunce contro i ristoratori che, nell’adempiere ad un loro diritto legalmente riconosciuto, chiederanno loro Green Pass e documento si dimostrino nei fatti inclini a conferirne copia al primo sconosciuto che gli vende Green Pass a 25 Euro e Tamponi negativi falsi a 10€.
A parte i rischi per la salute collettiva, a parte la panoplia di reati commessi, capirete che qui stiamo rapidamente scivolando nel grottesco.
Dimostrando che al complottista non interessa niente della “difesa dei diritti” (è pronto a comprare documenti falsi macchiandosi di diversi reati), tampoco della privacy (ha dimostrato nei fatti di essere pronto a barattare ogni suo singolo dato personale per accedere alla vendita).
Vuole semplicemente ed egoisticamente fare tutto quello che vuole, ingoiando bulimicamente ogni diritto conferito da un determinato documento senza accollarsi gli oneri e i doveri della legalità.
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