I famigliari delle vittime della ThyssenKrupp contro Lercio: “Faremo denuncia”
Mobilitazione social in corso, da parte dei famigliari delle vittime della ThyssenKrupp, contro Lercio. Il popolare sito di satira il 14 luglio ha pubblicato un titolo che ha fatto discutere: “Si addormenta sotto il sole ma non si ustiona e la ThyssenKrupp lo assume come operaio”. Sotto il post condiviso sulla pagina ufficiale Facebook sono arrivate le lamentele, alcune da parte delle persone coinvolte, altre da parte dei famigliari delle vittime.
Come tutti ricordiamo, alle 00.53 del 6 dicembre 2007 un’esplosione presso lo stabilimento ThyssenKrupp di Torino provocò la morte di 7 operai. L’unico sopravvissuto fu Antonio Boccuzzi, che accusò ferite non gravi. Oggi Antonio Boccuzzi è un deputato del PD e anch’egli si unisce al coro di proteste contro Lercio nel suo profilo Facebook:
Spesso ci chiediamo “ma è Lercio? “.
Purtroppo in questo caso È Lercio.
In tutti i sensi.
Penso che a tutto ci sia un limite e magari il limite questa volta sia mio, ma non sono davvero in grado di apprezzare ( semmai ce ne fosse ) l’ironia o la presunta satira di questa pubblicazione.
Vergogna.
Altri commenti sono stati riportati da Torino Today. L’associazione Sicurezza e Lavoro, nella persona del direttore Massimiliano Quirico, scrive:
“Mi auguro che la Polizia Postale intervenga quanto prima anche in questo caso per rimuovere la pagina, qualora Lercio non decidesse di farlo autonomamente. È una mancanza di rispetto per le vittime, i loro familiari e i compagni di lavoro, oltre che per le migliaia di persone che ogni anno muoiono o si infortunano sul lavoro in Italia. Peraltro, la vicenda ThyssenKrupp è ancora una ferita aperta anche dal punto di vista giudiziario”.
Ancora, Sicurezza e Lavoro raccoglie il commento di Rosina Platì, madre di Giuseppe Demasi che morì il 30 dicembre 2007 a seguito delle ferite riportate in quella tragica notte:
Su queste morti non c’è alcun diritto di satira. Non dovevano azzardarsi a scrivere queste schifezze sui nostri figli. Non lo permettiamo e faremo denuncia nelle sedi opportune: non si può scherzare su sette ragazzi morti bruciati vivi.
Della stessa opinione Alessandro Marzo, figlio di Rocco Marzo che si spense il 16 dicembre 2007 a 54 anni sempre per via delle ferite riportate:
A differenza loro sono stato dotato di un certo tatto e di una buona dose di educazione… E sì…. perché pare che la tragedia alle acciaierie ThyssenKrupp di Torino sia spunto per vari individui di poco conto e di una bassezza a mio dire spregevole, oggetto di schernimento e mezzo per acquisire visibilità e profitto… Lo stesso profitto che ha portato alla morte mio padre e i suoi giovanissimi colleghi… I suoi ragazzi come li chiamava lui… Stimata pagina Fb Lercio e caro giornalista se così ti ami definire sono indignato, disgustato, arrabbiato, schifato… Ma quale black humor… Non avete la minima idea della sofferenza e della rabbia che ci portiamo dentro… Sul vostro post avete molte persone che vi difendono in nome di una quale satira esista ma per fortuna molte di più che vi chiedono di fare ammenda… Dovete vergognarvi.
In tanti altri difendono Lercio spiegando che il loro titolo è più una critica alla ThyssenKrupp che un modo di scherzare sulle vittime della tragedia.
Per il momento le proteste dei famigliari delle vittime della ThyssenKrupp contro Lercio non ottengono risposta.
Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o
con una donazione PAYPAL.