I bocconcini di pollo in agrodolce venduti dai cinesi sono cuccioli di ratto!

di Shadow Ranger |

bufala sindaco di lonigo
I bocconcini di pollo in agrodolce venduti dai cinesi sono cuccioli di ratto! Bufale.net

La storia di bocconcini di pollo in agrodolce che nascondono cuccioli di ratto si incardina nella Sinofobia diffusa nella cultura occidentale da sempre.

È infatti dal XIXmo secolo che il mondo occidentale, tra le sue infinite fissazioni xenofobiche, ha introdotto il “Pericolo Giallo”, la balzana teoria immortalata anche da autori letterari come il R.E. Howard che quando non era occupato a scrivere di Conan il Barbaro descriveva improbabili complotti di antichi stregoni, trafficanti d’oppio cinesi ed altri bizzarri personaggi pronti a sottomettere l’Uomo Bianco grazie alla droga, alla magia oppure alle droghe magiche o alle magie drogate. E finiti i tempi della fantascienza e del fantasy, del romanzo Pulp e del Noir, il male si incarna nei ristoranti cinesi.

Ubiqui, presenti in tutte le città, talora a buon mercato, quindi parte del megacomplotto, non più per sottomettere l’umanità, ma per abbattere i costi servendo cuccioli di ratto al posto dei saporiti bocconcini di pollo in agrodolce, come si evince da questa bufala che ci viene ammanita.

I "bocconcini di pollo in agrodolce" al gusto ratto, creazione della viralità

I “bocconcini di pollo in agrodolce” al gusto ratto, creazione della viralità

Fate attenzione a cosa mangiate, recita un allarmistico post ripieno di faccine, linguaggio di elezione dell’indinniato speciale, Questi sono i famosi bocconcini di pollo in agrodolce che si vendono nei ristoranti CINESI (naturalmente in “tutto maiuscolo” per evidenziare il pericolo straniero…). Vi prego di non comprarli! In Grecia per averli mangiati sono morti 27 bambini e 35 adulti sono rimasti intossicati. In Messico e in diversi paesi del mondo quelli che vi vendono da mangiare sono cuccioli di ratti appena nati… FATE ATTENZIONE!!!!

Decidetevi e fate pace col cervello: i “bocconcini di pollo in agrodolce fatti coi ratti” li vendono i cinesi o i messicani?

E il presunto “avvelenamento di massa” quando è avvenuto? Perchè non vi è alcun riscontro, ed anche provando a cercare ogni possibile permutazione della notizia su giornali e riviste anche internazionali non si trova niente?

Probabilmente perché siamo di fronte ad una vecchia bufala di importazione che riciccia fuori da tempi immemorabili.

Nel 2005 infatti Hoax Slayer riporta la prima variante, dove i cuccioli di ratto erano stati trovati in un ristorante cinese in Alabama, con la medesima struttura: si prende la foto di cuccioli di ratto venduti negli USA nei negozi di animali come cibo vivo per serpenti (negli stati americani che ne consentono, ovviamente, la vendita), si piazza accanto la foto di bocconcini fritti e si lascia che la pareidolia, la capacità della mente umana di “unire i puntini” faccia il resto suggerendo un brutale complotto cinese ai danni del consumatore occidentale.

Questa bufala è sopravvissuta in molteplici forme: una variante del 2017 esula dal contesto Cinese per dichiarare che anche il cibo venduto dai “bibitari” al Super Bowl, i campionati di Football, è composto da roditori, ed ha radici più antiche.

Ricorderete tutti lo sketch in Fantozzi in cui gli allora neonati ristoranti Giapponesi, spesso ristoranti fusion sinogiapponesi venivano descritti come luoghi improbabili dove cani e gatti venivano serviti agli avventori e samurai infuriati mozzavano le mani a chi non fosse in grado di servirsi delle bacchette con proprietà

Tale diffidenza era, di fatto, una forma larvata dello Yellow Peril che emerge nella sua clamorosa sinofobia nelle storielle di topi ed altri tossici serviti nei ristoranti cinesi.

Bufala, se non altro perché ogni ristorante insistente sul suolo italiano, bocconcini di pollo in agrodolce o meno, è sottoposto alle stesse normative di ogni altro, e i medesimi controlli, e allarmismo perché prima di urlare al “Pericolo Giallo” bisognerebbe quantomeno avere prove in mano diverse da “una foto comparsa su Internet”.

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