PRECISAZIONI Pedofilia nel clero. Bergoglio ha reso illegale la denuncia dei crimini?

di Nicola Ventura |

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PRECISAZIONI Pedofilia nel clero. Bergoglio ha reso illegale la denuncia dei crimini? Bufale.net

pedofilia clero

Nuova segnalazione alla redazione di Bufale.net, questa volta sul tema dei preti pedofili.

Secondo il sito della onlus “Rete l’abuso – associazione italiana vittime preti pedofili – Papa Francesco avrebbe di fatto “reso illegale” la denuncia dei casi di pedofilia che vedono coinvolti sacerdoti.

La “notizia” risale al 31 agosto 2013.

Conviene pertanto riportare qualche stralcio dell’articolo:

La simultanea approvazione di due leggi da parte di Francesco di fatto impedisce agli appartenenti al clero di denunciare i presunti reati compiuti su minori

Quando, la scorsa settimana, papa Francesco ha aggiornato il sistema legale vaticano criminalizzando la fuga di informazioni riservate e al contempo formalizzando nuove leggi contro i crimini sessuali, qualche perplesso sopracciglio si è sollevato. Ora che le due nuove leggi sono state rese pubbliche, uno sguardo attento rivela che il papa ha di fatto reso illegale la denuncia di crimini sessuali sui minori.

E ancora:

Secondo le nuove normative, rivelare o ricevere informazioni vaticane riservate è ora perseguibile con una pena fino a due anni di carcere, mentre i nuovi abusi sessuali nei confronti dei minori sono punibili con 12 anni di prigione. Ma poiché tutti i crimini sessuali sono informazioni riservate, non c’è più una via legale per denunciare tali abusi all’interno del clero

Chiariamo subito che questo articolo non ci convince per almeno tre ragioni.

Iniziamo dal “monsignor Dominique Mamberti, più avanti citato nel pezzo e giustamente qualificato come “segretario vaticano per i rapporti con gli Stati” (una sorta di “ministro degli esteri” vaticano); Mamberti avrebbe detto in ordine alle norme papali:

E’ il pasticcio papale che Sua Santità ci ha propinato. Gli abusi sessuali sono più illegali che mai, ma tecnicamente è anche illegale denunciarli

Mamberti, cardinale dal 2015, è attualmente prefetto del Supremo Tribunale della Signatura Apostolica ovvero il supremo tribunale della Santa Sede. Nell’agosto del 2013, quando l’articolo è stato redatto, era ancora a capo della diplomazia vaticana, per poi essere sostituito dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ex nunzio apostolico in Australia. Un “giro di nomine”, voluto da Papa Francesco nel novembre 2014 che ha portato appunto Mamberti alla Signatura apostolica.

Considerato tutto questo, e il delicatissimo ruolo occupato da Mamberti, è del tutto improbabile che il cardinale abbia qualificato come “pasticcio” le norme in materia di pedofilia volute dal Papa che lo ha creato cardinale. Infatti tali dichiarazioni non compaiono da nessuna parte, presso nessuna agenzia di stampa o sito web minimamente credibile.

Proseguendo nella lettura del pezzo troviamo un altro elemento interessante: si tratta di una dichiarazione attribuita a tal Fabrizio Perona, fantomatico giornalista del quotidiano La Repubblica.

Conviene ancora una volta riportare il passo in questione:

«Sanno esattamente quello che fanno», afferma Fabrizio Perona del quotidiano La Repubblica. «Solo che pensano che nessuno se ne accorga. La Chiesa vuole impressionare il mondo con il pugno duro sugli abusi sessuali, ma al contempo criminalizza la fuga di informazioni, ossia l’unico modo attraverso il quale potrebbero venire alla luce i loro crimini. Se ci si ferma un attimo a riflettere, tutto ciò è geniale».

Tra i giornalisti de La Repubblica  non esiste alcun “Fabrizio Perona” e nessuno con queste generalità appare iscritto all’ordine dei giornalisti, né tra pubblicisti né tantomeno tra i professionisti. Esiste invece il quasi omonimo Fabrizio Peronaci, bravo giornalista del Corriere della Sera.

La “prova del nove” della scarsa attendibilità della notizia riportata dal sito della onlus “Rete l’abuso” è però molto più semplice e la si trova scorrendo il pezzo fino alla fine:

Justin Dodd, Newslo

 

In pratica scopriamo che l’autore dell’articolo è un redattore del sito americano Newslo, una sorta di Lercio.it (sito satirico) a stelle e strisce. La particolarità di questo portale è quella di alternare dichiarazioni e riferimenti a personalità realmente esistenti a dichiarazioni e personaggi totalmente inventati confezionando “notizie” in alcuni casi palesemente false in altri molto meno, al punto tale da apparire verosimili.

Ne abbiamo avuto prova in questo articolo su Papa Francesco, che tra l’altro è in linea con i rilievi espressi da tanti osservatori su una certa ritrosia a collaborare mostrata dalle autorità vaticane in tema di reati gravi.

A complicare ulteriormente le cose è anche la “ripresa” di questo pezzo, con relativa aggiunta di ulteriori “ingredienti”, da parte del sito Cronache laiche

Cronache laiche

 

Come i lettori potranno vedere, la “notizia” in questione ha totalizzato qualcosa come 15 mila “mi piace”. Cronache laiche ha lasciato la paternità del pezzo a “Justin Dodd“, il redattore del sito americano, pur modificando e “sintetizzando” a proprio piacimento il pezzo originariamente uscito su Newslo.

Cronache laiche, Justin Dodd, Newslo

 

Abbastanza confortante che alcuni lettori abbiano evidenziato dubbi sulla fonte

Cronache laiche, commenti

 

Naturalmente il caso in esame non esclude una valutazione autonoma sulla difficoltosa collaborazione tra le autorità vaticane e quelle di altri Stati in ordine a reati di pedofilia (e non solo) commessi da sacerdoti. A chi volesse approfondire queste delicate tematiche consigliamo la lettura di una serie di norme, tra cui proprio quelle promulgate da Papa Francesco nel luglio 2013.

Legge N. VIII: norme complementari in materia penale (Papa Francesco, 11 luglio 2013)

Legge N. IX recante modifiche al codice penale e al codice di procedura penale (Papa Francesco, 11 luglio 2013)

Traduzione ufficiale in italiano dell’epistola “De delictis gravioribus”, della Congregazione della dottrina della fede (Cardinale Ratzinger, futuro Papa Benedetto XVI)

Che cos’è la “De delictis gravioribus”

Che cos’è la “Crimen sollicitationis” (Papa Giovanni XXIII)

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